Ciao Tatino! La comunità tanghera, musicale ed artistica più in generale, si unisce al cordoglio della moglie Rossella per la scomparsa di Fabrizio Carloni, noto come Tato e per gli amici “Tatino”, un soprannome che gli calzava a pennello

La comunità tanghera, musicale ed artistica più in generale, si unisce al cordoglio della moglie per la scomparsa di Fabrizio Carloni, noto come “Tatino”; un soprannome che gli calzava a pennello. “Tatino” infatti era un eterno fanciullo, travolgente e pieno di energia, capivi che era anziano dai racconti e dall’esperienza.
Adorava ballare, insegnare, scrivere, organizzare, creare: ‘“l’istrione, il mio istrione” scrive la moglie Rossella – a ragione- in un tenero post su facebook. A ragione perchè era un uomo capace di amare e coltivare passioni insieme alla sua compagna, lo trovavi sempre sorridente, divertente e piacevolmente sopra le righe.
Dire che Fabrizio Carloni è stato un ballerino, oppure un maestro di ballo è decisamente riduttivo, Tatino era un’artista a tutto tondo, un creativo ed un’elegante showman, era anche autore, lo vediamo sotto mentre firma una copia del suo libro “Spaghetti, lirica… e tango…”

Presidente dell’associazione Fabry Rose, ha insegnato ogni tipo di ballo anni e anni prima di offrire un proprio contributo all’apprendimento del tango argentino che insegnava presso StarLight Dance Studio.
Chiunque si sia approcciato al ballo negl’ultimi cinquant’anni ha sicuramente avuto modo di apprezzare e conoscere “Fabry e Rose” – Fabrizio e Rossella, una coppia nel ballo e nella vita: esemplare, affiatata e complice, che ha partecipato alla storia delle scuole da ballo livornesi e portato il tango argentino, in particolare quello scenico di cui era promotore a Livorno, in importanti rappresentazioni musicali e rinomate orchestre.
Adesso Fabrizio da un’altra dimensione sorride guardando l’affetto e il piacevole ricordo che ha lasciato di se, le parole sincere di quanti lo hanno conosciuto e stimato riempiono le bacheche dei social, anche a dimostrazione della sua fervida socialità. Ci ha lasciati, provocando inevitabilmente un vuoto, eppure prima di lasciare questo pianeta ha focalizzato le sue energie verso chi era meritevole della sua eredità, un eredità non materiale, fatta di passione e sudore che lo ha reso fiero del suo retaggio, dei suoi allievi come figli, che continueranno la sua opera. Non è difficile pensarlo insieme a Pugliese o a Piazzolla, col suo fare signorile a ballare il tango con gli angeli.