L’innovativa metodica chiamata “cross linking” permette in maniera totalmente indolore, grazie ad un trattamento a base di raggi ultravioletti, di rallentare alcune patologie della cornea e quindi di evitare il ricorso al trapianto
Arriva nel reparto di Oculistica dell’ospedale di Livorno l’innovativa metodica chiamata “cross linking” che permette in maniera totalmente indolore, grazie ad un trattamento a base di raggi ultravioletti, di rallentare alcune patologie della cornea e quindi di evitare il ricorso al trapianto.
“Abbiamo pazienti, solitamente giovani – spiega Vito Giudice, direttore ff del reparto di Oculistica di Livorno Cecina Piombino Elba – a cui vengono diagnosticate patologie, come ad esempio il cheratocono, che portano ad un progressivo sfiancamento della cornea con conseguente riduzione della vista e quindi necessità di un trapianto. Questa nuova tecnica chiamata “cross linking” o “intreccio del collagene corneale” porta alla creazione di legami fra gli strati superficiali e intermedi della cornea rendendola molto più resistente al cedimento dovuto ad alcune malattie degenerative dell’occhio”.
Come funziona il trattamento. “Entrando più nel dettaglio – continua il primario Giudice – la metodica introdotta a Livorno fa sì che attraverso l’azione combinata di sostanze sensibili alla luce e l’irradiazione UV-A generata da una sorgente che irradia nel campo dell’ultravioletto avvenga la cosiddetta foto-polimerizzazione delle fibre stromali ovvero il rafforzamento di quei tessuti il cui cedimento porta alla riduzione della vista. Si tratta di una manovra semplice e per nulla dolorosa, basti pensare che il paziente viene sottoposto ad anestesia solo con alcune gocce di collirio, ma che ci consente di rallentare l’evoluzione della patologia e quindi evitare un trapianto corneale ben più invasivo. Questa metodica è comunque destinata ad essere utilizzata nell’ambito di attività clinica oftalmologica esclusivamente da parte di medici specialisti esperti come il dottor Alberto Morelli che ringrazio per averci aiutato a introdurre a Livorno la tecnica grazie alla sua esperienza. Un ringraziamento va inoltre al personale infermieristico di sala operatoria del 4°1° che, opportunamente istruito dalla coordinatrice dell’Area Chirurgica Multidisciplinare, ha collaborato a questa nuova metodica”.
“L’attivazione di un nuovo servizio – dice Luca Carneglia, direttore del presidio ospedaliero di Livorno – è sempre una buona notizia per la sanità locale, ma più in generale per tutti i cittadini che guardano al nostro ospedale e ai nostri professionisti con fiducia e sicuro apprezzamento. Per questo ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo risultato e in particolare, oltre alla direzione aziendale, anche il direttore di dipartimento chirurgico Andrea Carobbi, il direttore di Area Testa-Collo Orazio Santonocito, il primario Vito Giudice e tutti i professionisti coinvolti che hanno consentito di assicurare questo nuovo trattamento”.
“L’ospedale di Livorno – conferma il direttore generale della AUSL Toscana nord ovest, Maria Letizia Casani – rappresenta uno snodo strategico fondamentale per i servizi sanitari assicurati su tutto il territorio della nostra Azienda. Pur nei limiti imposti dalla struttura attuale riesce a garantire un livello di qualità delle prestazioni eccellente, assicurando, come in questo caso, tecniche innovative grazie alle tante professionalità ospitate e alla loro volontà di fornire una sanità al passo con i tempi. Di questo ringrazio tutte quelle persone che mettendo le loro a capacità a disposizione dei cittadini costituiscono la vera forza dell’Azienda e del sistema sanitario in generale”.
FONTE: AZIENDA USL TOSCANA NORD OVEST