Intervista a Max Roveri, il livornese che promuove l’evento
Livorno ospiterà la sua quinta edizione del Festival di San Patrizio organizzato da Creative HQ, Italish Magazine e Q-ROB dal 16 al 18 giugno presso l’ex cinema Aurora. Si tratta di un evento internazionale che richiamerà nella nostra città nomi di spicco della cultura irlandese.
Con la doverosa premessa che di festival internazionali a Livorno ne vediamo ben pochi, abbiamo contattato il suo principale promotore Max Roveri, livornese di origine e attualmente residente a Dublino, per capire che cosa possiamo aspettarci. (Il programma in fondo all’articolo)
Max, parlaci di te e del tuo progetto
“Sono livornese di origine, nato nel quartiere Corea; per varie vicissitudini e delusioni in ambito lavorativo ho deciso di trasferirmi a Dublino nel 2014 dove ora lavoro come social media manager. Quando cominciai ad approcciarmi a questo nuovo mestiere ebbi l’occasione di poter fare da intermediario culturale e in questo ambito incontrare e poter lavorare assieme a Catherine Dunn. Insieme abbiamo sviluppato l’idea di questo festival.”
Perché promuovere questo festival proprio a Livorno?
“Non solo perché è la mia città natale: credo che Livorno e Dublino condividano aspetti molto simili sotto il profilo umano e culturale, a partire dal genere di umorismo nero, forse un po’ cattivo che apprezziamo fino allo spirito di condivisione che ci contraddistingue. Si ha l’idea che i pub irlandesi siano chiassosi e spesso luoghi di risse: è vero solo in minima parte, perché in realtà, nella maggioranza dei casi, questi pub sono aree d’incontro in cui si fa cultura di ogni genere e si fa conversazione, e in questo Livorno non è molto diversa.”
Quali obiettivi vi ponete riguardo a questo genere di festival?
“Come intermediario culturale sono profondamente convinto della necessità di tenere aperto ogni possibile canale di dialogo tra paesi e culture diverse, ed è importante capire che nonostante le diversità tutti quanto parliamo un linguaggio puramente umano in grado di disinnescare i conflitti. Il festival che abbiamo ideato serve a promuovere un incontro tra culture e per generare occasioni di confronto; voglio sottolineare che al termine delle varie performance saranno possibili sessioni aperte in cui chiunque vorrà avere il proprio spazio, chiunque abbia qualcosa da dire e da dovunque provenga troverà modo di farlo. Questo è il nostro piccolo contributo per un grande obiettivo.”
Max, qual è stata la risposta ai precedenti festival, e quali risultati vi aspettate dal prossimo?
“In collaborazione con ex-cinema Aurora abbiamo ospitato già grandi nomi e avuto moltissima partecipazione. Non parliamo soltanto dei pochi irlandesi residenti a Livorno, ma anche degli abitanti stessi e di molte persone giunte dall’estero, ricordo in particolare alcuni giunti dalla Francia. Come detto, il nostro scopo è creare un’aggregazione, un canale tra culture distanti. Riuscire anche in minima parte sarebbe il miglior risultato.”
Ringraziando Max Roveri, ricordiamo che l’appuntamento per il St. Patrick Festival si svolgerà dal 16 al 18 giugno presso l’ex-cinema Aurora.