Coordinamento investigativo tra le autorità giudiziarie italiane, tedesche e belghe porta all’esecuzione di provvedimenti cautelari e sequestri di beni per un valore di circa 25 milioni di euro.
In data odierna il ROS e il Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria – con il
supporto in fase esecutiva dei Comandi Provinciali Carabinieri di Catanzaro, Vibo Valentia,
Pescara, Milano, Salerno, Catania, Savona, Bologna, Vicenza, L’Aquila, Ancona, Roma,
Cagliari, degli Squadroni Eliportati Cacciatori di Calabria, Puglia e Sicilia, nonché del 8°
Nucleo Elicotteri e del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia – hanno dato esecuzione a quattro
collegati provvedimenti cautelari emessi dall’Ufficio GIP del Tribunale di Reggio Calabria su
richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia guidata dal
Dott. Giovanni Bombardieri, nei confronti di 108 soggetti (in relazione a 4 dei quali con
misura cautelare rinnovata dall’Ufficio GIP del Tribunale di Locri su richiesta della Procura
della Repubblica di Locri), indagati, tra gli altri, a vario titolo per associazione di tipo
mafioso (imputazione a carico di 5 soggetti), concorso esterno in associazione di tipo
mafioso, associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti (con l’aggravante
della transnazionalità e dell’ingente quantità), produzione, traffico e detenzione illeciti di
sostanze stupefacenti, detenzione/traffico di armi anche da guerra, riciclaggio,
favoreggiamento, procurata inosservanza di pena, trasferimento fraudolento di valori e altri
reati 1 . Sono stati eseguiti provvedimenti di sequestro preventivo di società commerciali, beni
mobili e immobili del valore di circa euro 25 milioni, localizzati in Italia, Portogallo,
Germania e Francia.
Nello stesso ambito di indagine, ed a seguito dello stretto coordinamento investigativo con la
Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, diretta dal
Dott. Roberto Di Palma, è stata data esecuzione ad una misura cautelare nei confronti di due
soggetti minorenni all’epoca dei fatti.
L’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, coordinata dalla
Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo diretta dal Procuratore dott. Giovanni
Melillo, si è sviluppata nell’ambito di due Squadre Investigative Comuni, una intercorsa tra
la DDA di Reggio e le Procure tedesche di Monaco I, Coblenza, Saarbrücken e Düsseldorf e
l’altra tra la DDA di Reggio Calabria, l’Ufficio del Giudice Istruttore presso il Tribunale di
1 Alcuni dei provvedimenti, convertiti in mandati di arresto europeo, sono stati eseguiti in Germania (9 indagati),
Belgio (6 indagati), Francia (3 indagati), Portogallo (1 indagato), Romania (1 indagato) e Spagna (1 indagato).
Limburg ed il Procuratore Federale di Bruxelles, che sono state costantemente e per un lungo
arco temporale, coordinate da Eurojust.
Eurojust ha assicurato il massimo supporto operativo, attraverso il membro nazionale italiano
dott. F. Spiezia, grazie ad un costante raccordo operativo con le altre Autorità giudiziarie
straniere coinvolte, e, oltre che mediante la costituzione delle squadre investigative istituite
nel procedimento penale, anche attraverso numerose riunioni di coordinamento
internazionale.
Importantissimo si è rivelato lo strumento delle Squadre Investigative Comuni che, anche
grazie alla autorevolezza ed alla fiducia verso la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio
Calabria in ambito europeo, ha consentito di svolgere contemporaneamente ed in
collegamento le indagini nei vari Paesi, con acquisizione in tempo reale degli elementi
indiziari risultanti nelle distinte indagini.
Ed infatti, in contemporanea all’operazione EUREKA – che si caratterizza per la particolare
ampiezza dell’azione investigativa e l’intensa cooperazione giudiziaria e di polizia che ha
riguardato numerosi Paesi europei ed extraeuropei 2 – le autorità giudiziarie belghe e tedesche
hanno in esecuzione rispettivamente 15 e 24 provvedimenti restrittivi, emessi dalle locali
autorità, a carico di ulteriori indagati per reati in materia di narcotraffico e riciclaggio.
Nel medesimo ambito, a seguito di convergenze investigative tra l’indagine EUREKA della
DDA di Reggio Calabria e altre indagini delle Direzioni Distrettuali Antimafia di Genova,
diretta dal Procuratore dott. Nicola Piacente, e Milano, diretta dal Procuratore dott. Marcello
Viola, sempre grazie al puntuale ed efficace coordinamento promosso dalla Direzione
Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, il ROS di Genova, la DIA di Genova e la Guardia di
Finanza di Milano hanno eseguito due ulteriori provvedimenti cautelari emessi
rispettivamente dagli Uffici GIP del Tribunale di Genova, per n. 15 indagati, e del Tribunale
di Milano, per n. 38 indagati.
L’indagine condotta dall’Autorità Giudiziaria reggina è stata avviata nel giugno 2019 a
seguito di raccordi tra l’Arma e la Polizia federale belga che stava investigando su alcuni
soggetti riferibili alla cosca “NIRTA” di San Luca (RC) attiva a Genk (BE), dedita, tra
l’altro, al narcotraffico internazionale.
Le attività dell’Arma – inizialmente orientate verso la famiglia “STRANGIO fracascia” di
San Luca (RC), riconducibili ai citati “NIRTA” – sono state progressivamente estese a diverse
famiglie del medesimo centro aspromontano, interessando anche la locale di ‘ndrangheta di
Bianco, nel cui ambito sono stati ricostruiti gli assetti interni, numerose condotte relative ad
acquisto di cospicue quantità di cocaina per il mercato locale (non concretizzatesi per
mancanza di accordo con i fornitori), di detenzione e porto di armi da guerra, rese
clandestine, di reinvestimento di capitali illeciti in attività imprenditoriali – sia in Italia che
all’estero – in particolare nei settori della ristorazione, del turismo e immobiliare.
È stato inoltre approfondito il contesto criminale riguardante MORABITO Rocco detto
“Tamunga”, già latitante di massima pericolosità inserito nel programma speciale di ricerca
del Ministero dell’Interno, tratto in arresto dall’Arma in Brasile nel maggio 2021, unitamente
a PASQUINO Vincenzo, all’epoca latitante per la DDA di Torino. Anche in tale circostanza
le investigazioni si sono avvalse di un’ampia collaborazione internazionale, tra gli altri, con
la Polizia Federale Brasiliana, FBI, DEA e Interpol.
2 Con autorità belghe, tedesche, portoghesi, francesi, spagnole e australiane.
Nel corso delle indagini finalizzate alla cattura del Morabito e ad accertare nuove
organizzazioni dedite al narcotraffico internazionale allo stesso riferibili, è, così, emerso che
il gruppo riconducibile, appunto, al latitante MORABITO Rocco era attivo, oltre che nel
narcotraffico, anche nella compravendita di armi. Le acquisizioni, allo stato degli atti di
indagine, e fatte salve le successive valutazioni nel merito, hanno evidenziato che la
consorteria aveva offerto un container di armi da guerra, da approvvigionarsi tramite non
meglio identificati soggetti pakistani, a un’organizzazione paramilitare brasiliana che, in
cambio, avrebbe spedito ingenti quantità di stupefacente presso il porto di Gioia Tauro (RC).
È stata fatta luce, altresì e sempre allo stato degli atti, sul circuito di favoreggiatori che – tra il
2019 e il 2021 – hanno garantito il sostegno logistico ed economico della latitanza del citato
MORABITO.
Quanto al traffico internazionale di stupefacenti è emersa l’operatività di tre associazioni
contigue alle maggiori cosche del mandamento jonico reggino, con basi operative in Calabria
e ramificazioni in varie regioni italiane e all’estero.
Le tre consorterie, anche in sinergia tra loro, si rifornivano direttamente da organizzazioni
colombiane, ecuadoregne, panamensi e brasiliane, risultando in grado di gestire un canale di
importazione del narcotico dal Sud America all’Australia, ove il prezzo di vendita dello
stupefacente risulta sensibilmente più alto rispetto al mercato europeo.
Sono stati registrati contatti con esponenti del clan del golfo, preminente organizzazione
paramilitare Colombiana impegnata nel narcotraffico internazionale.
Numerosi sono stati gli episodi di importazione via mare censiti (nei porti Gioia Tauro,
Anversa e Colon), che hanno permesso di accertare che, tra maggio 2020 e gennaio 2022,
sono stati movimentati oltre 6.000 kg di cocaina, dei quali più di 3.000 kg oggetto di
sequestro: i flussi di denaro riconducibili alle compravendite dello stupefacente venivano
gestiti da organizzazioni composte da soggetti di nazionalità straniere, specializzati nel pick-
up money, o da spalloni che spostavano denaro contante sul territorio europeo. Le
movimentazioni di denaro hanno interessato Panama, Colombia, Brasile, Ecuador, Belgio e
Olanda.
Sono circa euro 22.3 milioni, le somme spostate con tali modalità, parte dei quali reimpiegati
nell’acquisto di auto e beni di lusso, nonché utilizzati per avviare/finanziare attività
commerciali in Francia, Portogallo e Germania, ove venivano anche riciclati sfruttando
attività di autolavaggio.
Le attività investigative, coordinate grazie anche alla Direzione Nazionale Antimafia e
Antiterrorismo e da Eurojust, sono state condotte in cooperazione con diverse polizie estere e
supportate dalla DCSA, da Interpol- progetto I-CAN, da Europol, dalla rete @ON e dalla US-
DEA.
Gli indagati sono da considerarsi non colpevoli fino a sentenza di condanna divenuta
irrevocabile.
Reggio Calabria, 3 maggio 2023