Morte improvvisa per una malattia a 67 anni, il mondo del remo livornese e il quartiere Venezia lo piangono
Il ricordo più forte che resterà di Carlo Braccini è il suo amore per Livorno, un amore forte, particolare e disinteressato. Se ne è andato a 67 anni Carlo Braccini per una malattia fulminante, una morte che non si aspettava nessuno e ha lasciato tutti nel dolore: gli amici, la famiglia, la moglie Lidia, la figlia Jenny avuta dal primo matrimonio, e i colleghi di lavoro dell’Rsa di Villa Serena.
Tantissimi messaggi di cordoglio dentro e fuori dai social
Tifosissimo del Venezia, appassionato e studioso del Palio Marinaro e delle sue tradizioni, aveva un interesse particolare per il mondo caratteristico livornese, i suoi personaggi e le sue storie, che pubblicava sui gruppi Facebook “Livorno Nel Cuore” e “Livorno e il Suo Mare”. L’impegno di Carlo Braccini per Livorno, il suo studio sulla storia del remo livornese, il suo quartiere che erano i vecchi Avvalorati se ci fossero ancora i vecchi rioni del Palio, e che oggi è Venezia, era disinteressato e comunque importante, con due libri pubblicati, foto, video su YouTube e tanti progetti ancora in essere prima della sua scomparsa.
“I suoi progetti meriterebbero di essere portati a termine in sua memoria”, sottolinea Giulia Gambaccini presidente del Comitato Vivi La Venezia, intervenuta per ricordarlo.
Su Facebook lo ricordano tutti i suoi collaboratori e gli amministratori delle pagine dei gruppi dove pubblicava i suoi contenuti con messaggi di cordoglio. Le dimostrazioni di affetto e i messaggi sui social non si contano, tra gli altri da parte di Giuseppe Pancaccini storico maestro del teatro in vernacolo livornese e di Renzo Pacini, scrittore e musicista, oltre a tanti altri.
Fuori dai social lo storico dirigente ed ex vogatore della cantina del rione Venezia Luigi Suardi classe 1937 lo ricorda così:
“Un personaggio che amava il rione e la sua città”.
Ciao “Indiano”
Un livornese doc “L’indiano” come veniva soprannominato dagli amici del quartiere che lo conoscevano da anni, per i capelli neri e lunghi che aveva da giovane.
Così l’amico Andrea Silvestri:
“Ci siamo conosciuti fin da piccoli anche se lui era più grande di me di dieci anni, nel quartiere degli Avvalorati, in via dell’Angiolo dove siamo nati. Biliardino, biliardo e tante risate, una persona allegra, sempre pronto alla battuta, che aveva sempre un motivo per scherzare. Era un gran fan dei Pooh e andammo insieme al concerto a Lucca, uno dei ricordi più belli. Carlo era una persona sensibile, amava Livorno e aveva le sue cose, osservava la città con uno sguardo particolare, raccontava gli aneddoti e le persone, il “Cibero” che vendeva i biglietti nei cinema livornesi e “Tarzan” del bar, ad esempio. Amava il Palio Marinaro dei vecchi tempi ed era rimasto l’unico o quasi a rispettarne le tradizioni, a tirare fuori le bandiere il giorno prima. Me lo ricordo bello come un apache, Geronimo l’indiano, magro magro, abbronzato coi capelli lunghi neri e lisci, è stato un lutto che non mi aspettavo”.
Tiziana Savi scrittrice e figlia e nipote degli storici Scarronzoni: “Mi ha aiutato moltissimo con i suoi studi”
Il ricordo della scrittrice Tiziana Savi figlia di Armando Savi e nipote di Renato Barbieri, il mitico “Attao”, ambedue facenti parte degli equipaggi dei gloriosi Scarronzoni le cui gesta sono narrate nelle pagine del libro della scrittrice “La Ciucia per tutti Bruna per noi” per il quale Carlo Braccini ha collaborato:
“Sono stata fortunata a conoscerlo sia come persona sia come studioso della storia di Livorno. Nel mio libro sulla “Ciucia” Carlo Braccini mi è stato di aiuto con video e documenti. Una persona sempre squisita gentile e disponibile, dall’intelligenza acuta”.