Storico emendamento a seguito di un dietrofront europeo. Potrebbe fare storia
Allo stato iniziale del suo percorso la Germania par scendere a patti con la realtà e finalmente sdoganare ciò che potrebbe sancire l’inizio di un lungo e difficile percorso per tutti i paesi europei. Questa è ben più di un’opportunità per il nostro Paese: si tratta di qualcosa da cui prendere esempio, da non lasciarsi sfuggire.
Tuttavia bisogna partire dalle premesse legali, iniziando naturalmente dagli Stati in cui tale mercimonio è già permesso.
L’esempio di Canada e Uruguay
Tali stati prevedono già la vendita ad uso ricreativo ed anche una legiferazione in merito, il tutto interpretando i trattati internazionali in modo da garantire la sicurezza dei cittadini. Entrambi questi Stati hanno goduto di un ben più che ampio +150% sugli introiti statali, senza nulla intaccare riguardo alla sicurezza interna.
Quest’interpretazione fuoriesce tuttavia dai trattati interni dell’ONU, nei quali la Germania si inserisce, per cui la liberalizzazione di una droga pur leggera costituisce legalmente un ostacolo non da poco, portando persino a sanzioni da parte dell’Unione (2004/757/GAI) i quali membri sono chiamati a deliberare riguardo al traffico di droga internazionale. Va da sé che l’UE ha tra i suoi membri fondanti degli Stati che già garantiscono tale diritto (Olanda, vedasi), dunque difficilmente la Germania vedrà decadere o vedersi ostacolati i suoi progetti.
Questo fino ad oggi, giorno in cui la Germania chiede di rendere legale il possesso fino a 25 grammi di marijuana e renderne persino la coltivazione legale, ma non la vendita. Lo stesso Ministro della Salute tedesco, Karl Lauterbach, ha ammesso quanto la precedente politica abbia fallito.
In definitiva, ad oggi ogni paese membro ONU non può sostanzialmente venir meno al trattato secondo il quale la cannabis è equiparata a ogni altra sostanza che tuttavia circola liberamente per le nostre strade, a meno di modificare la legiferazione statale e chiederne il riconoscimento.
Gli effetti a lungo termine
Basta fare una semplice ricerca anche online per capire come la legalizzazione non porti altro che benefici. Ovunque tale pratica sia stata introdotta ha generato un introito per le casse statali di gran lunga superiori alle aspettative promuovendo al contempo una maggior consapevolezza ai rischi legati agli utilizzi di sostanze psicotrope. Inoltre, una possibile monopolizzazione statale garantirebbe un discreto indotto lavorativo tra coltivatori, trasportatori, raffinatori e rivenditori.
I dubbi: e la criminalità?
I mercati esistono perché esiste una domanda. Chiediamoci piuttosto se preferiamo avere spacciatori nelle piazze e nei parchi, anziché negozi regolarmente autorizzati e tassati.
Usciranno in macchina strafatti.
Non accade tutt’oggi? Lo si voglia o no, molte persone consumano stupefacenti e non sarà per vano moralismo che smetteranno. Non ha più senso garantire a chi vuol fumare dell’erba un prodotto interno, tracciabile e tassato?
Diventeremo meta turistica per drogati
Già adesso abbiamo problemi a gestire gli afflussi turistici, perché abbiamo le migliori attrazioni del mondo. Potendo disporre di maggiori proventi, potremmo potenziare queste strutture e di certo creare sufficienti infrastrutture per limitare l’afflusso di chi abusa di droghe pesanti.
Spaccando il capello in quattro, potremmo dire che l’Olanda già da tempo ha introdotto delle restrizioni pesanti sul turismo dei coffee shop; non c’è alcunché da stupirsi a dire il vero. Un po’ come per i troppi turisti delle Cinque Terre, si va dove è concesso andare e non dove ci vengono messi paletti.