Domenica il finissage tra colore e poesia
Ultimo week-end ai Granai di Villa Mimbelli per la mostra “Mira Maodus, Le fil Rouge de Montparnasse” .
Finissage domenica 20 novembre dalle ore 16.00 alle ore 19.00, quando l’antica relazione tra poesia e pittura riprenderà colore.
Le due curatrici della mostra, Silvia Pampaloni e Veronica Carpita, saranno a disposizione del pubblico per delle speciali visite guidate dedicate alla poetica segnica del colore nell’arte di Mira Maodus, artista
francese di origini serbo-russe.
E in questa occasione le opere dell’artista, oltre che risplendere nei loro colori, faranno vibrare la loro voce.
Nella grande sala dedicata alla poetica del colore, dove trovano posto le opere dell’artista dedicate ai poemi di Rimbaud, Piskin, Essenin, Quasimodo e Ducic si potrà ascoltare in filodiffusione la voce dei quadri.
Le poesie lette in lingua originale (francese, russo e italiano) accompagneranno la visita degli ospiti ed a fianco di ogni tela si potrà leggerne la traduzione in italiano.
La mostra livornese giunge al suo termine dopo un mese di permanenza con un bel successo di pubblico e di partecipazione delle scuole ai laboratori didattici proposti dai servizi didattici del Museo Fattori in collaborazione con le cooperative Agave e Itinera.
L’esposizione si è inserita come unica tappa italiana nel più ampio progetto internazionale #celebratingmiramaodus 2022 (coordinato dalla livornese Silvia Pampaloni) che ha celebrato l’artista in Francia, Serbia, Bosnia Erzegovina e Giappone, in occasione del suo ottantesimo
compleanno.
Per questa tappa italiana, realizzata con il Patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Livorno, le curatrici hanno proposto la sintesi del percorso artistico dell’artista, influenzato dai suoi studi a Francoforte, Venezia, Parigi e dalle sue esperienze raccolte in tutto il mondo, specialmente in Giappone.
Dagli esordi figurativi ispirati all’espressionismo tedesco fino all’approdo all’astrattismo nella metà degli anni ’80 a Parigi, Mira Maodus ha concentrato la sua ricerca pittorica verso l’armonia della composizione.
Lettere, parole, ideogrammi, caratteri cirillici, cifre, simboli del passato nei suoi dipinti nascono di nuovo sotto forme oniriche e colori vibranti.
Spesso ispirate alle parole della grande poesia mondiale (Arthur Rimbaud, Paul Verlaine, Aleksandr Puškin, Salvatore Quasimodo, Jovan Dučić ) le tele di Mira Maodus della poesia hanno l’equilibrio e la metrica.
Il finissage della mostra sarà dunque l’occasione per approfondire il significato del profondo legame tra poesia e pittura per questa artista, i cui celebri colori sono apprezzati a livello internazionale.
MIRA MAODUS E MODIGLIANI
C’è un fil rouge che lega Mira Maodus all’artista livornese più importante, Amedeo Modigliani. Per quasi cinquant’anni Maodus ha vissuto e lavorato nell’ultimo atelier d’artista della Cité Falguière, a Parigi.
Costruita nel 1861 come cittadella per scultori, la Cité Falguière attirò artisti da tutto il mondo tra cui Gauguin, Modigliani, Soutine, Brancusi, Foujita.
Nell’atelier di Mira visse l’artista russo Chaïm Soutine, che ne immortalò la facciata nel suo quadro “L’atelier du peintre” (1914).
Nel cortile interno della Cité Falguière Amedeo Modigliani scolpì molte delle sue sculture, tra cui “La Cariatide” (New York, The Museum of Modern Art).
Un luogo mitico di Montparnasse, insieme alla successiva La Ruche, che consacrò l’epoca d’oro dell’Ecole de Paris e che purtroppo ha rischiato a più riprese di sparire a causa delle speculazioni immobiliari.
Mira Maodus per decenni si è battuta per la salvaguardia della memoria storica di questo santuario dell’arte moderna.
Nel settembre 2021, Mira ha accettato il progetto dell’associazione culturale no-profit L’Air Arts che ha reso l’Atelier 11 un Centro di Studi sugli artisti della Cité Falguière ed una residenza per artisti
internazionali.
Pochi giorni fa l’Atelier 11 è stato finalmente riconosciuto dal Ministero della Cultura Francese come sito culturale da preservare.
Uno dei luoghi d’arte prediletti di Modigliani è stato dunque salvato per sempre. Mira Maodus ha creato tutte le premesse e si è battuta per lunghi anni affinché questo risultato fosse raggiunto.
Informazioni
Orari d’apertura: venerdì, sabato, domenica ore: 16.00 – 19.00 ).
Ingresso Gratuito
Dove: Granai di Villa Mimbelli
via San Jacopo in Acquaviva, 65 — 57127 Livorno , LI
Biografia
Mira Maodus è un’artista francese di origini serbo-russe che vive e lavora tra Parigi, Belgrado e Tokyo.
Nasce il 14 ottobre 1942 in un campo militare italiano a Medak, nei Balcani, dove la madre Sofija Tesla, nipote dello scienziato Nikola Tesla, si era rifugiata per sfuggire alla fucilazione.
Dopo la guerra la famiglia si trasferisce nella città di Belgrado. Sin da piccola Mira sviluppa una potente propensione per l’arte.
Decide da ragazza di lasciare Belgrado per seguire la sua vocazione, studiando prima alla Werkkunstschule di Francoforte (1965-1968), all’Accademia delle Belle Arti di Venezia (1969-1972) ed a l’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-arts a Parigi (1972-1975). Nel 1978 consegue un Master
all’Università di Milano.
Dopo un primo periodo più figurativo, ispirato all’espressionismo tedesco ed al fauvisme, Mira Maodus riesce a Parigi a esprimere con forza il suo talento di artista astratta, contrapponendo nelle sue composizioni cromatismi, simboli, parole e versi poetici in un vortice espressivo intenso.
Grazie alla sua permanenza in Giappone, dove ha vissuto per sette anni, l’artista approfondisce lo studio della calligrafia come forma d’arte.
Dal 1973 espone in mostre personali e collettive in Francia, Serbia, Giappone, Italia, Belgio, Russia, Svizzera, Gran Bretagna, Cina, Stati Uniti, Canada.
L’UNESCO ha scelto per 15 anni le sue tele come immagini delle carte augurali del nuovo anno. In occasione del 150esimo anniversario, il Comune di Parigi (Mairie du 15ème) ha selezionato un’opera di Mira Maodus come simbolo delle celebrazioni.
I suoi quadri figurano nelle collezioni permanenti del National Museum e del Museo d’Arte Contemporanea di Belgrado (Serbia), del Museum of Modern Art Banja Luka (Bosnia), dell’ Herzegovine Museum Trebinje (Bosnia Erzegovina), del National Museum Arad (Romania) e del Miyagi Museum of Art a Sendai (Giappone).
FONTE NOTIZIA: COMUNE DI LIVORNO
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