Giro d’Italia in bici in protesta contro le regole dello Stato, le tasse e il Green Pass
Sasà Gigante “Fottuto dallo Stato” vuole “riprendersi la sua libertà”. Dopo 20 anni di lavoro nella sua trattoria e i sacrifici fatti, con la mazzata del Covid e il caro bollette, il ristoratore della Val di Susa molla tutto e inizia il suo viaggio simbolico in protesta in bici in solitaria lungo tutta l’Italia. Tappa livornese dopo 800 km già alle spalle, qui è stato ospitato da amici dove l’abbiamo raggiunto:
La storia di Sasà Gigante e i perché della sua protesta
“Già con la Tav e le manifestazioni e il conseguente calo di turisti sono arrivati i primi problemi nel 2006. Poi con il Covid non ce l’ho più fatta e sono salito in sella alla bici con la maglietta con la scritta “Fottuto dallo Stato” per il giro della penisola. All’inizio tanta fatica perché la bici non è certo il mio mestiere, poi i primi calli ai piedi e al sedere e adesso le ruote girano più liberamente. A Livorno in questi pochi giorni sono ospite a casa di amici grazie al passaparola ed agli altri giornalisti che mi hanno intervistato. Il Covid è stata la mazzata più grossa e alla fine il caro bollette ha dato il colpo di grazia alla mia attività, con una bolletta della luce da 600 Euro, poi un’altra da 1700. Dopo anni di lavoro sono stato costretto a fare anche lo spazzino per tentare di salvare la mia trattoria. Penso di averle provate proprio tutte e alla fine mi sono arreso, mi sono sentito in prigione dentro il mio ristorante e mi sono detto: esistono altri modi per protestare? A casa lascio la moglie e due figlie, una di 24 anni e una di 30. Se ti fa stare bene fallo, così mi hanno detto. Voglio portare tutti alla consapevolezza di cosa sta succedendo, dobbiamo stare uniti, non siamo pochi, anzi siamo tantissimi e dobbiamo capire che sono le regole dello Stato che ci “fottono”. Voglio dire ai miei colleghi ristoratori livornesi che le norme anti Covid e il Green Pass sono misure che non hanno avuto nessun senso e che il vaccino è solo un ricatto. Dobbiamo lottare insieme contro il sistema che ci sta schiacciando, dobbiamo protestare, lavoriamo per noi stessi o per lo Stato?”
Il suo viaggio continuerà a Sud fino in Sicilia, poi il ritorno a casa tra un anno e mezzo
Un pazzo a cui vogliono bene tutti oppure il protagonista di un’impresa epica? Sasà Gigante via via che il suo viaggio prosegue sta raccogliendo sempre più consensi e messaggi di solidarietà, sono in molti ad aiutarlo economicamente e ad ospitarlo come a Livorno, lungo il suo viaggio. Prossima tappa Civitavecchia poi la Sardegna e di nuovo Civitavecchia. Dal porto laziale scenderà lungo lo stivale fino in Calabria, poi il giro della Sicilia, di nuovo l’imbarco per la Calabria e Sasà inizierà così il viaggio di ritorno, risalendo la Puglia e costeggiando tutta la riviera adriatica fino a casa. Tempo stimato per concludere l’impresa circa un anno e mezzo. Alla fine ci sarà una grande festa a casa in Val di Susa insieme a tutte le persone, gli amici e i colleghi che lo hanno aiutato.
Purtroppo dobbiamo registrare un piccolo incidente in cui Sasà Gigante è incappato nel suo viaggio tra Pisa e Livorno in prossimità della raffineria Eni dove il ristoratore, che si era fermato per fare delle foto a uno striscione degli operai in protesta, è stato avvicinato da quattro persone descritte come in tuta o uniforme da lavoro che lo hanno minacciato e spintonato per non fargli fare le foto.