Su proposta dell’assessore Saccardi avviato l’iter di approvazione che modifica la norma esistente
Sono cambiate le necessità, è cambiata la situazione e anche la cerca e la raccolta del tartufo hanno bisogno di una nuova legge. Per questo la giunta su proposta della vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi ha avviato l’iter di approvazione che modifica la norma esistente (l.R.50/1995) che abbandona alcuni elementi procedurali ormai obsoleti e si adegua all’attualità.
La proposta di legge snellisce alcuni aspetti procedurali apportando semplificazioni sia per la presentazione delle istanze per la realizzazione delle aree a tartufaia controllata e coltivata, sia per l’acquisizione dell’idoneità alla ricerca e raccolta.
Si prevede anche un coinvolgimento maggiore delle associazioni locali che sono la garanzia della valorizzazione della risorsa, attribuendo loro un ruolo attivo, non solo nella preparazione dei nuovi raccoglitori, ma anche introducendo la possibilità di predisporre e gestire aree di addestramento cani.
Per le associazioni la nuova legge non prevede alcun limite alla costituzione di aree a raccolta controllate, così come per gli imprenditori agricoli per la realizzazione delle tartufaie coltivate.
Tutelando la risorsa “tartufo”, crescono infatti anche le opportunità offerte da questo prodotto alle imprese agricole che, attraverso la costituzione di tartufaie coltivate nell’ambito dei terreni della propria azienda, possono trovare una occasione di reddito e di economia.
“Il tartufo – ha detto la vicepresidente Saccardi – si conferma, insieme ai funghi e alle castagne, il principale prodotto non legnoso dei boschi della Toscana e la nostra regione è una delle regioni italiane più importanti per la sua produzione.
Il recente inserimento che ha fatto l’Unesco della “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali” nella Lista del suo Patrimonio culturale Immateriale, rafforza l’immagine internazionale della Toscana in cui il tartufo e il suo mondo rappresentano per i territori una grande eccellenza, raccontano una storia, sempre rinnovata, di saperi, di qualità, di tradizioni e di gusto.
E la diffusione sul territorio di iniziative quali mostre-mercato, sagre e feste paesane testimoniano l’importanza del prodotto anche quale fondamentale attrattore turistico nei confronti di un numero sempre maggiore di persone”.
L’importanza del tartufo in Toscana è suffragata dalla presenza di un numero considerevole di raccoglitori, delle 11 associazioni di tartufai, che raccolgono oltre 1200 cercatori e di alcuni consorzi volontari di tutela. I dati degli ultimi anni mostrano una crescita delle autorizzazioni alla raccolta (più di 6.000) a cui si contrappone una crescita, seppure più lenta degli iscritti alle associazioni dei tartufai, che pure rappresentano un elemento essenziale per la valorizzazione della risorsa.
“Il recente lavoro voluto dalla Regione sulla mappatura delle aree tartufigene ci permette ora di avere un quadro più completo della situazione della distribuzione e dell’andamento delle superfici impegnate in aree a raccolta riservata anche per indirizzare e programmare la materia rispettando le esigenze della libera ricerca – ha proseguito Saccardi – Dobbiamo puntare sulle associazioni dei raccoglitori anche per rafforzare la necessità di garantire la provenienza del prodotto e tracciare in qualche modo la filiera del tartufo che ancora oggi – e sempre di più proporzionalmente alla sua rilevanza economica – nonostante l’obbligo di tracciabilità, presenta sacche di «indefinita provenienza».
FONTE NOTIZIA: REGIONE TOSCANA/AZIENDA USL TOSCANA NOTIZIE
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