Alla proiezione dell’anteprima nazionale “Il mistero Moby Prince” un pubblico coinvolto avrebbe voluto vedere approfondito ogni singolo aspetto della vicenda, tuttavia al documentario non manca il rigore di una cronaca illuminante e la capacità di riflettere la tragedia oltre la rabbia e il dolore, con il focus sull’ingiustizia
Un pubblico costituito per lo più da testimoni e professionisti ultra trentennali dell’accaduto, giornalisti di nuova generazione e famigliari delle vittime, quello che ieri sera ha assistito all’anteprima nazionale del film documentario “Il mistero Moby Prince”.
Un pubblico coinvolto che avrebbe voluto vedere approfondito ogni singolo aspetto della vicenda nel documentario, al quale, non manca il rigore di una cronaca illuminante e la capacità di riflettere la tragedia oltre la rabbia e il dolore, ponendo il focus sull’ingiustizia.
Documenti inediti, interviste e testimonianze hanno contribuito al desiderio di ricostruire la dinamica della tragedia, cosa che e’ stata possibile grazie alla collaborazione con la Seconda Commissione di inchiesta della Camera.
Ha condotto l’apertura e la chiusura dell’anteprima il sindaco Luca Salvetti invitando sul palco l’autore Salvatore Gulisano, il direttore di Rai documentari Fabrizio Zappi, Andrea Felici, il regista Jovica Nonkovic e Luchino Chessa figlio del comandate della Moby Prince.
Ricordando che Angelo e Luchino Chessa nella disgrazia persero entrambi i genitori.
“E’ capitato questo aspetto non previsto che ci fosse un sindaco che quelle giornate le aveva vissute giornalisticamente ”: – afferma il primo cittadino ringraziando Gulisano per la squisitezza narrativa nella ricostruzione storica degli avvenimenti e quindi chiede a Fabrizio Zappi se trova coraggioso per la Rai trasmettere in prima serata questo docu-film, che risponde:
Credo che sia missione del servizio pubblico radiotelevisivo gettare una luce su questi avvenimenti, la dove sia possibile dare un contributo alla ricostruzione di una verità purtroppo mai acclarata ne dalla magistratura e neanche dalla Storia con la S maiuscola.
Un lavoro di qualità e valore degli autori, un racconto ben riuscito nonostante la complessità della vicenda ricca di trame e sotto trame” e conclude asserendo: “La visione del documentario non sarà sufficiente per restituire quella verità negata per tanti anni ma ci auguriamo che si possano riaprire considerazioni”.
Come promesso erano presenti “quasi” tutti i protagonisti del documentario, soprattutto quelle persone che dal 10 aprile del 1991 ad oggi hanno contribuito alla ricerca della verità.
Quasi tutti presenti, mancava Angelo Chessa figlio del comandante della Moby Prince, venuto a mancare pochi giorni dopo le riprese e mancava Loris Rispoli, non solo in sala ma proprio dal documentario.
Certo in novanta minuti di film non sarebbe stato possibile sviscerare oltre, ma Loris, che in quell’inferno perse sua sorella è stato uno dei principali attivisti alla ricerca della verità, presidente di Io Sono 141 è stato in prima linea per trent’anni fin quando la salute gli lo ha permesso.
E come ha fatto notare la sua ex-moglie dopo aver visto il film non sarebbero mancate foto o video di repertorio che avrebbero mostrato le azioni di Loris, ed è vero che senza il contributo di Loris, benchè resti un fantastico documento, appare incompleto.
Pur considerando fondamentale la testimonianza di Rispoli, il docu-film commuove e riporta in superficie lo strazio vissuto molte volte da quel 10 aprile 1991 dimostrandosi funzionale.
Prodotto da Simona Ercolani e Stand By Me per Rai Documentari “Il mistero Moby Prince” andrà in onda il 20 ottobre alle ore 20:30 su Rai 2.
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