“E allora faccia come le pare” la risposta dell’operatore della chat WhatsApp dell’Ufficio Mobilità
“È inaudito che per un’esigenza burocratica del Comune il cittadino non venga rispettato”. Queste sono le parole con cui S.B. ha risposto al call center di messaggistica istantanea WhatsApp dell’Ufficio Mobilità del Comune di Livorno.
S.B. ha 63 anni ed è residente in via Lamarmora, quartiere San Marco, e come tutti i residenti ha diritto al contrassegno con la lettera S per il parcheggio.
La zona è sprovvista di stalli blu a pagamento e quindi vincolata al contrassegno per residenti.
S.B. dopo aver constatato che il suo contrassegno si era deteriorato col tempo lasciando visibile solo il numero di targa, si attiva immediatamente e si mette in contatto con l’Ufficio Mobilità due giorni fa.
Per prima cosa si reca in Comune dove non trova nessuno ma gli viene detto di chiamare il numero Wattsapp dell’Ufficio.
La conversazione sulla chat WhatsApp dell’Ufficio Mobilità
Così fa S.B. , che dopo aver richiesto un duplicato e un appuntamento chiede all’operatore della chat WhatsApp del Comune se può garantirgli un permesso provvisorio o nel caso di una multa la cancellazione.
L’appuntamento per il duplicato è per venerdì 16, ma alle altre domande l’operatore del Comune risponderà che non può garantire di cancellare le multe, non può rilasciare un permesso temporaneo, invita S.B. a pagare “due o tre ore il parcheggio in centro dietro al Comune o nelle vicinanze nell’attesa del duplicato il giorno dell’appuntamento”, e poi infine, a casa sua, ma si presume solamente, perché nella chat non è specificato, a effettuare “i regolari pagamenti”.
S.B. quindi risponde che non sa a che tipo di pagamenti si riferisca l’operatore e che in ogni caso non può effettuare nessun pagamento perché nella zona in cui abita lui non ci sono gli stalli blu e che lui invece ha diritto a parcheggiare.
S.B. , che ci ha inviato questa lamentela che abbiamo raccolto, dopo aver protestato per non sentirsi tutelato nel suo diritto di cittadino e di automobilista alla luce di quello che gli sembra solo un difetto burocratico, si sente rispondere infine dell’operatore con un “allora faccia come le pare”, frase se non offensiva, almeno scortese.
Per adesso ci sarà da vedere se S.B. , che fino a che non si risolve la questione resta col contrassegno sbiadito e non valido, non si prenderà anche delle multe.