Gli studenti vogliono essere ascoltati, le testimonianze dei ragazzi dell’Enriques e del Niccolini Palli e lunedì manifestazione cittadina
Scuole occupate, si andrà avanti almeno fino a sabato in attesa di un confronto con le istituzioni e per lunedì è prevista una manifestazione cittadina che raggrupperà tutti gli istituti.
Gli studenti delle scuole superiori livornesi sono in agitazione da lunedì scorso. La protesta, esplosa dopo due anni di pandemia con tutte le problematiche correlate ben note, ha preso forma dopo la morte di Lorenzo Parelli, studente diciottenne vittima della caduta di una trave d’acciaio in un cantiere a Udine, durante il suo ultimo giorno di Pcto (Percorso Competenze Trasversali e Orientamento, ex alternanza scuola lavoro) e dopo la recente circolare riguardo il ritorno alla seconda prova scritta dell’esame di maturità.
Queste le richieste degli studenti livornesi: alternanza scuola lavoro da cambiare o addirittura da abolire, ristrutturazione delle strutture fatiscenti e insufficienti, una vera programmazione di educazione civica e una forma valida di sostegno psicologico dopo due anni faticosissimi alle prese con la pandemia e la famigerata didattica a distanza, infine un confronto con le istituzioni per l’esame di maturità la cui forma viene rigettata in quanto il ritorno alla vecchia forma con la seconda prova scritta non trova pronte né le strutture né gli studenti a causa di una comunicazione troppo tardiva.
Tra i più agguerriti ci sono gli studenti del liceo Enriques. “Mancano gli spazi e gli strumenti, siamo costretti a bere l’acqua del rubinetto e non possiamo prendere neanche un caffè” raccontano Jacopo e Marta sui gradini della scuola in via della Bassata sotto gli occhi preoccupati del preside e dei professori “occorre cambiare o meglio abolire l’alternanza scuola lavoro che vediamo in questa forma solo un insegnamento allo sfruttamento”. I ragazzi sono arrabbiati e preoccupati, due anni di pandemia sono stati terribili, prima alienati, poi non consapevoli, i contagi, la Dad da casa e la mancanza degli spazi comuni e ricreativi, un senso di solitudine e di depressione difficile da gestire “abbiamo passato molto tempo a casa per poi ritornare in classe con i banchi uno accanto all’altro senza distanza di sicurezza, a darci gomitate tra compagni”. Poi c’è il cambio dell’esame di maturità, Marta e Jacopo sono in quinta e guidano il collettivo che ha gestito l’occupazione “siamo rimasti spiazzati e non sappiamo come comportarci, due settimane fa è arrivata la notizia e non essendo in grado di adeguarci abbiamo iniziato la protesta”. Il liceo è occupato ma le attività vanno avanti, dopo le proteste dei genitori nei primi due giorni adesso vengono segnate le presenze. Dibattiti, attività sportive, femminismo, educazione civica, educazione sessuale, a interagire con gli studenti sono i professori che aderiscono alla protesta e molti soggetti esterni.
“Protestiamo contro una gestione sconsiderata dei bandi per l’edilizia scolastica, i nuovi esami di stato. L’esame di maturità è stato cambiato senza che ci interpellassero, è impossibile andare avanti senza un confronto”. A parlare è Edoardo, rappresentante d’istituto del liceo Niccolini Palli ed esponente del neonato movimento “Scuola di carta”. Il liceo classico è in protesta e in autogestione. “Non siamo ascoltati, la gestione della scuola va cambiata, abbiamo perso ore e ore con la Dad, uno strumento che non ci permette di stare attenti e di concentrarci, è difficile seguire le lezioni da casa, si perde più tempo per accedere ai sistemi informatici che per la lezione stessa, c’è sempre un pc che non funziona, alla fine non ci sentiamo pronti per l’esame di maturità. Chiediamo un confronto con i tavoli dell’amministrazione regionale e un sostegno psicologico vero e proprio, non un solo psicologo per migliaia di studenti, basta con i finanziamenti a pioggia, chiediamo che l’educazione civica diventi una materia vera e propria, la scuola superiore è il luogo dove deve crescere il cittadino consapevole di domani”. Anche il Niccolini Palli offre una programmazione alternativa, si parte la mattina con l’assemblea poi per tutta la giornata attività ludiche, sportive e dibattiti.
Simone Consigli