Una storia a lieto fine quella della signora che la sera dell’8 dicembre scorsa è stata soccorsa in preda a fortissime e gravi crisi epilettiche
Una storia a lieto fine quella della donna che la sera dell’8 dicembre scorsa è stata soccorsa in preda a fortissime e gravi crisi epilettiche dal “118” e dai Carabinieri della Compagnia di Livorno.
Un lavoro di squadra che ha permesso di evitare la tragedia.
Dopo poco le 20:00, a seguito di diverse chiamate di cittadini, nei pressi di un distributore di carburanti in via delle Sorgenti a Livorno, viene soccorsa una donna in forte stato confusionale e in preda a fortissime convulsioni che, all’arrivo dei sanitari, perde conoscenza.
La donna, non ha nulla con sé, nessun documento, nessun cellulare, alcuni testimoni dicono sia uscita da un auto che poi andata via, ed immediatamente ha cominciato a star male.
Il personale del “118” la trasporta urgentemente, priva di conoscenza, in “codice rosso” all’ospedale di Livorno ove immediatamente i medici decidono di ricoverarla in terapia intensiva. È grave. Ha bisogno urgentemente di appropriate terapie farmacologiche, tuttavia non si sa chi sia e saperlo è necessario per evitare che possa rispondere male ai farmaci, avere uno shock anafilattico. La sua storia clinica inoltre potrebbe permettere una migliore più accurata diagnosi.
Gli uomini dell’Arma, si mettono immediatamente al lavoro, gli elementi a loro disposizione sono pochissime, la zona dove è stata trovata la donna è priva di telecamere. Poi l’intuizione: la paziente ha due nomi tatuati sul braccio, si pensa possano essere i nomi dei figli della donna.
Parte una certosina ed immediata indagine i Carabinieri cercano sui registri dell’anagrafe due fratelli con quei nomi. A Livorno, con uno dei due nomi risultano censiti ben 364 persone. Ad uno ad uno, certosinamente vengono verificati i rapporti di parentela dei 364: vengono trovate diverse combinazioni di parenti aventi i 2 nomi tatuati sul braccio della donna. Vengono acquisite le foto, tramite social, delle madri, e le confrontano con la donna. La paziente viene individuata e identificata. I medici a quel punto ricostruiscono la storia clinica della donna, individuano la terapia corretta e le salvano la vita. Resterà incosciente fino al 13 dicembre scorso. La donna non è più in pericolo di vita.
Adesso le indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica di Livorno, si concentrano su quello che è successo prima che la signora venisse soccorsa.
FONTE: COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI LIVORNO
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