L’amarissimo sfogo-denuncia della (ex) presidente del gruppo AFA di Collesalvetti e la lunga storia di una sede negata.
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa delle ex presidente Afa di Collesalvetti.
Guasticce 26 Novembre 2021- La storia della associazione Attività Ricreativa e Sportiva Guasticce inizia nell’ ottobre dell’anno 2011, all’inizio eravamo associati al gruppo sportivo “Palazzone” e svolgevamo la nostra attività in un
edificio in via della Colmata di proprietà dell’Interporto Toscano, in comodato d’uso al Comune di Collesalvetti e affidata alla gestione del Gruppo scout parrocchiale.
Giuliano Launaro, il capo scout, lasciava libero il gruppo informale di persone che faceva attività fisica adatta, attività ricreative e sociali di riunirsi in quei locali a tutte le ore fino all’ottobre del 2013.
Nell’ottobre 2013 l’amministrazione comunale sposta la scuola d’infanzia ex Castello in quei locali a causa dell’inagibilità della stessa, quindi Scout e gruppo informale perdono la loro sede.
Nel 2014 la Pubblica Assistenza di Collesalvetti, trova a Guasticce una stanza piccola per le attività creative e di beneficienza, gruppo che si definiva “Le Abilmente creative”. L’attività fisica adattata
(A.F.A) della USL si sposta nel salone parrocchiale.
All’Attività fisica partecipavano persone dai paesi limitrofi, Mortaiolo, Nugola, Collesalvetti e siamo aumentati di numero fino ad essere 45.
Nel 2016 abbiamo deciso di costituire l’associazione Attività Fisica e Ricreativa Guasticce di cui sono presidentessa. In tale veste, ho più volte richiesto al sindaco Lorenzo Bacci una sede idonea alle nostre attività e alle altre attività del paese. (lettere, protocollate in data 21/12/2016 -15/11/2017) Ci sono state promesse, ma nessun esito. Doveva nascere un centro servizi costruito dalla Società Interporto, (mai realizzato.)
Il sindaco Lorenzo Bacci aveva promesso, con il finanziamento della società Terna, la costruzione di un locale di 5m x 10m adiacente al campino di calcetto in via S. Lopez. E’ da ritenere che questo locale non fosse idoneo per accogliere, 45 persone che a turno e in giorni diversi, lo frequentavano per esercitare l’attività fisica adattata. In ogni caso non è stata mai costruita. Per anni siamo stati ospitati nel locale della parrocchia.
Dal marzo 2020 il salone parrocchiale non è stato più concesso a causa delle norme Covid.
In vista di una possibile riapertura delle attività sportive e per la loro importanza per la prevenzione e benessere psico-fisico le richieste di una sede continuano con il sindaco Adelio Antolini (lettera protocollata in data17/09/2020) Abbiamo proposto la sede del Circolo ACLI di Guasticce avendone avuto notizia dall’ unione sportiva USacli . Il sindaco ha espresso la volontà di interessarsi, ma successive e ripetute richieste riguardanti il suo interessamento, ha risposto che il Comune non aveva trovato un accordo col l’ACLI, per altro, mai contattati da nessun incaricato del Comune di Collesalvetti.
In data 11/09/2021 ho deciso di dare le dimissioni dalla presidenza dell’Associazione per l’impossibilità di svolgere le attività per cui era stata costituita. Altri associati, tra cui Elena Franchi e Giampaolo Bernardini, si sono offerti di proseguire le ricerche di sedi.
Il 13 settembre 2021 è stato richiesto un altro incontro con il sindaco Adelio Antolini che ha delegato l’assessora Sara Paoli. Anche lei ha promesso di interessarsi: In via Spagna 6 a Guasticce, esiste un locale di proprietà SPIL di cui il Comune di Collesalvetti detiene una quota. vedi: Verbale incontro 5/10/2021. Ad oggi nessuna risposta. Quindi le mie dimissioni sono irrevocabili.
Anna Schiavon
E QUESTO E’ L’AMARO COMMENTO DELLA STESSA SCHIAVON
Si ha ragione di credere o, almeno, di ritenere che in tutti i comuni l’obbiettivo degli amministratori, dal sindaco all’ultimo degli assessori, sia perseguire il bene degli amministrati. Questa sollecitudine, che dovrebbe essere il compito d’istituto per chi governa, nel nostro comune elude il gruppo degli anziani di Guasticce, almeno il gruppo che si è riunito nell’associazione Sportiva e ricreativa Guasticce. Un gruppo che negli ultimi anni si è trasformato in una comunità di amici. Sembra che un blackout abbia raschiato i nostri nominativi dalle schede dell’anagrafe. Quando, nei soliti obbligati cerimoniali, pontificheranno sull’inestimabile valore degli anziani, pedagogizzeranno che una vita attiva da valore alla persona,
che il rispetto per gli anziani è il legame che unisce il passato al futuro…noi ci chiederemo: ci sono anche gli anziani di Guasticce tra gli anziani coccolati ?A questa combriccola di rompiscatole, per consentirgli di fare un po’ di blanda ginnastica per lubrificare le vetuste carcasse ingrippate e per esercitare attività sociali e ricreative di ogni genere, era stato destinato un locale vicino al Centro Intermodale. Un po’ fuori mano ma accogliente. LI si ritrovavano le donne per smerlettare e cicalare. Mani e lingua procedevano affiancati, di pari passo. I centrini si mescolavano con le novità del paese, i pizzi con “certe voci”, i merletti con i pettegolezzi. E la” sindrome dell’anziano solo “? Boh! Non sappiamo dove stia di casa, cosa voglia dire. E che cenarini ti spippolavano le nostre befane! Quanti paesani sedevano alla lunga fila delle tavole che si stendeva da una parte all’alta della sala! Momenti di antica convivialità che in queste occasioni risorgevano dai tempi passati.
Gli uomini, che non avevano sollevato il culo dalla sedia, serviti e riveriti, accomiatandosi, la buttavano li: ”Perchè, donne, queste festicciole non si fanno un po’ più spesso?” Quando in un paese lontano dal nostro, si è resa inagibile la scuola, era sorto il problema di dove trasferire gli alunni. Si può immaginare la scena: in una stanza, davanti alla mappa del territorio comunale, sono riuniti il sindaco e diversi assessori. Un sagace assessore sbalestra deciso l’indice su un punto. “Ma li è Guasticce. Non credo che quella scuola possa ospitare altri scolari” Obbietta uno che la genialità di colui che aveva puntato il dito neppure se la sogna” Macchè scuola. Mi risulta che ci sia un locale presso il Centro Intermodale dove stabula
una mandria di vecchietti. Si sfrattano e che vadano a trastullarsi da altre parti” Tutti d’accordo. Un sospiro di sollievo ha suggellato la risoluzione. Che idea! Quel cervello è sprecato per un comune come Collesalvetti. Di certo si farà strada nella politica. E tutti escono con l’animo sollevato. E cosi ci hanno sgomberato come mobilia tarlata per far posto al nuovo inquilino. Per anni abbiamo trovato ospitalità in un locale della parrocchia. Ma con l’insorgenza del virus quel locale non era in regola con le disposizioni sanitarie sancite. I vecchi mobili si sono trovati di nuovo abbandonati sulla strada. Ci siamo rivolti al comune perché ci trovasse un locale in cui riprendere le nostre attività. Eravamo fiduciosi, convinti di chiedere
qualcosa che ci spettava. Mai avremmo previsto alla nostra età di esordire nel teatro dell’assurdo. Sembra di recitare una commedia di Jonesco o di Backelett. Interpreti e personaggi si scambiano i ruoli e nessuno, né gli assessori, né noi ci rendiamo conto se recitiamo o stiamo vivendo una realtà. Il Sindaco e gli assessori è un po’ che calcano le scene. Forse sono consapevoli di star recitando una commedia. Quante situazioni gli sono capitate a questa somiglianti! Si cambia qualche battuta e il copione si attaglia ad ogni circostanza.
Anche loro si illudono di essere personaggi e invece sono interpreti. E noi: ci siamo compiaciuti dell’accoglienza, ci lusinga l’affabilità dell’assessore, ascoltiamo compunti le reiterate promesse, ci adocchiamo incoraggiati quando l’assessore graffia su un foglio ghirigori che solo lui intende…Ascoltiamo compunti, attenti, facciamo finta di credere alle promesse, ma sappiamo che anche questa visita sarà vana come le altre. Anche noi siamo un po’ personaggi e un po’ interpreti. IL tempo è finito. L’assessore tira un sospiro di sollievo. Spera di aver sedato i visionari capricci di quei vecchi ed esce. Noi ci guardiamo l’un l’altro perplessi. Usciamo anche noi. La commedia è finita si chiude il sipario. Fuori torniamo ad essere personaggi. Scordiamo il ruolo di marionette consenzienti. Siamo di nuovo padri, nonni. Persone che tutti rispettano e nessuno si azzarda a prendere in giro.