La Chiesa restaurata diventerà un centro internazionale per l’arte visiva e contemporanea
La Chiesa degli Olandesi di Livorno diventerà un centro internazionale per l’arte visiva e contemporanea con lo scopo di promuovere i diritti umani e la libertà di coscienza. Se l’antica città delle Nazioni non esiste più, il tempio protestante eretto dalla nazione olandese di Livorno, che è una delle pochissime testimonianze rimaste della Livorno delle Leggi Livornine e della storia delle Nazioni livornesi, ritroverà il suo ruolo guardando al futuro e ai più giovani. Dopo lo spettacolare intervento di demolizione di una delle quattro capriate lignee ammalorata e a rischio crollo ad opera della squadra Acrobat System di due giorni fa, coordinato dall’ingegnere Andrea Cecconi, è Enea Santaniello Corrado, vicepresidente della Congregazione Olandese e direttore del Centro Studi Internazionale Le Livornine, a svelare quale sarà la funzione della Chiesa degli Olandesi, finalmente recuperata e aperta al pubblico e a fare il report dello stato dei lavori di recupero della struttura in vista della riapertura prevista per il prossimo anno, ricorrenza del quattrocentesimo compleanno della nazione olandese.
Ad inaugurare il nuovo centro di cultura e intercultura basato sull’arte contemporanea per il prossimo primo maggio, è questa la data tradizionale dei festeggiamenti della nascita della Nazione Olandese nel 1622, sarà l’artista Michelangelo Pistoletto, ottantotto anni, nato a Biella, una prima scelta a livello internazionale, unico artista italiano che espone arte contemporanea al Louvre di Parigi, le cui opere sono valutate centinaia di migliaia di euro e rappresenta uno dei più importanti artisti contemporanei italiani. L’artista visitò un anno fa la Chiesa degli Olandesi, e essendone rimasto folgorato e innamorato, ha mostrato da subito un forte interesse per la struttura: “se vengo a Livorno è perché è in questo tempio e in questa città che ritengo sia possibile esprimere un concetto di libertà”. L’artista sarà guidato dal noto critico d’arte e curatore di mostre romano Ludovico Pratesi e creerà un’installazione ad hoc per la riapertura del tempio. Si tratta di un intervento di altissimo livello, pari all’importanza storica e artistica del gioiello
neogotico della nostra città. Pistoletto darà il via all’apertura del nuovo centro, che ospiterà arte a tutti i livelli, musica con la collaborazione dell’istituto Mascagni, così la chiesa ritroverà anche i fasti del secolo scorso in cui fu sala di musica e ospitò niente meno che il grande maestro spagnolo Segovia, fotografia e teatro, con lo scopo finale di proporre un centro artistico internazionale rivolto soprattutto ai giovani.
“Per ricostruire la nuova città delle Nazioni e lo spirito delle Leggi Livornine non si deve più guardare al passato” dichiara Enea Santaniello Corrado “la Chiesa degli Olandesi è stato un simbolo di libertà e un rifugio per le nazioni cacciate dall’Inquisizione, tornare ad aprire il tempio solo per le visite sarebbe stato inutile e mi preme ringraziare Ennio Weatherford, presidente della Congregazione e il defunto pastore Mauro del Nista, senza il lavoro dei qual tutto questo non sarebbe stato possibile”. Per quanto riguarda gli interventi di messa in sicurezza della struttura pochi giorni or sono, dopo il rilevamento di una anomalia delle capriate lignee grazie a un’analisi resistografica, è stata la ditta Acrobat System, con uno spettacolare intervento di demolizione data l’altezza del tetto della chiesa, a risolvere brillantemente l’emergenza demolendo la capriata ammalorata presumibilmente a causa di infiltrazioni di acqua piovana mediante enormi bretelle d’acciaio, il tutto eseguito alla perfezione e come da manuale, senza alcun danneggiamento. Adesso si provvederà a ripetere per sicurezza le analisi resistografiche sulle restanti capriate del tetto che appaiono comunque e fortunatamente in buona salute a differenza della capriata demolita. Proprio il tetto e il sotto tetto della chiesa sono le parti più problematiche e a rischio, per il resto
non ci sono pericoli imminenti e la struttura gode di buona salute e potrebbe essere già agibile. Le altre parti che necessitano un restauro sono le finestre, gli infissi e il pavimento. In realtà la chiesa è pressoché pronta all’inaugurazione e alla nuova vita e alla nuova funzione. Per la precisione occorre segnalare purtroppo che la spalletta crollata sugli scali permane in stato di degrado, ricostruita e lasciata in cemento grigio a vista da anni, mentre le pietre originali, essenziali per la ricostruzione e per il colpo d’occhio definitivo per la fine del recupero della chiesa, permangono conservate ma in attesa di essere riposizionate. Il problema è noto all’amministrazione e a tutta la città, stesso discorso dicasi per il progetto di riqualificazione del sagrato, che dovrà essere affiancato da dei dissuasori da porre sulla strada.