L’operazione è partita da Livorno ed ha portato al più importante sequestro di questa sostanza stupefacente in Sardegna
Erano le prime ore del mattino del 29 luglio scorso quando le fiamme gialle di Livorno hanno effettuato il blitz: in Sardegna, con il rinvenimento e il sequestro di 857 chili di infiorescenze di marijuana. Perquisizioni scattate dopo l’arresto, avvenuto nel porto di Livorno, il 25 maggio 2021, di A.C., cittadino sardo, colto in flagrante dai finanzieri del 2°Nucleo Operativo del Gruppo di Livorno durante il servizio di controllo del traffico passeggeri provenienti da Olbia. A.C trasportava all’interno di un’auto 20 chili di infiorescenze di marijuana con livelli di THC molto al di sopra dei limiti consentiti.
Da quell’arresto sono originate le indagini dell’operazione “Ferry Flower”, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Livorno. Gli investigatori della GdF infatti sono riusciti a risalire a varie località della Sardegna, poi oggetto dei sopralluoghi che hanno permesso di pianificare e organizzare le successive perquisizioni disposte dalla Procura labronica. Nel frattempo, dopo l’arresto a Livorno, A.C. aveva ricevuto la misura cautelare dell’obbligo di dimora a Olbia, al fine di svolgere la sua attività lavorativa. Ma le perquisizioni nelle località individuate dalle fiamme gialle livornesi, su ordine della locale Procura, hanno confermato che l’arresto del cittadino sardo sarebbe stato solo una parte, seppur rilevante, di un traffico interregionale di stupefacenti.
Il blitz di fine luglio ha riguardato più luoghi del “micro-continente” sardo, spaziando in vari territori e ha visto la partecipazione dei finanzieri dei Gruppi della GdF di Olbia e Nuoro, che hanno affiancato le fiamme gialle labroniche.
Così, in una delle località individuate, in particolare in Telti (SS), nelle campagne della Gallura, i finanzieri del 2°Nucleo Operativo del Gruppo di Livorno e i colleghi sardi hanno rinvenuto, all’interno di due capannoni isolati, 857chili di infiorescenze di marijuana nascosti all’interno di barili di plastica, buste, sacchi di cereali – anche già imballati per la vendita – nonché strumentazione idonea alla pulitura e al confezionamento delle infiorescenze.
Il luogo del blitz sarebbe emerso da una conversazione social tra A.C. e F.M., soggetto che avrebbe la materiale disponibilità dei due capannoni incriminati.
All’interno della chat erano disponibili video e foto raffiguranti gli immobili e diverse infiorescenze di marijuana nonché un bollettino postale inerente alla fornitura di energia elettrica in Telti, intestato a una società cessata nel 1987 e il cui titolare era deceduto nel 2014.
In effetti, dalle intercettazioni telefoniche sarebbe emerso come A.C. avesse la disponibilità di 8 quintali di cannabis che non riusciva a vendere. E l’indagato, nelle sue conversazioni telefoniche, avrebbe sempre fatto riferimento alla canapa sativa legale, presumibilmente al fine di “depistare” le indagini.
Una volta confermato che la percentuale di THC di questa ingente quantità di sostanza stupefacente era ben superiore ai limiti di legge, le fiamme gialle di Livorno hanno sequestrato la marijuana e tradotto al carcere di Bancali (SS) A.C. e F.M., realizzando uno dei sequestri più importanti di marijuana mai avvenuto in Sardegna.
A.C. e F.M. sono stati quindi arrestati e deferiti alla Procura della Repubblica di Tempio Pausania (SS) per il prosieguo delle indagini.
Fonte GdF
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