Abbiamo sentito il nostro esperto, Avvocato Fabrizio Calamassi, in merito ad un argomento che sta dividendo il paese ovvero l’obbligo del Green Pass
Abbiamo sentito il nostro esperto, Avvocato Fabrizio Calamassi, in merito ad un argomento che sta dividendo il paese ovvero l’obbligo del Green Pass.
Avvocato Calamassi partiamo subito con una domanda secca: è pro o contro il Green Pass?
Personalmente sono favorevole al Green-pass. Infatti ho deciso, con efficacia dal 1 settembre 2021, che il possesso di tale documento sia condizione indispensabile per poter accedere al mio Studio legale.
Chi ne è sprovvisto potrà avvalersi di consulenza da remoto mediante collegamento Skype. E’ una decisione che ho assunto al fine di tutelare i miei assistiti, tutti coloro che entrano in contatto con me, per tutelare la salute dei mie familiari e, in definitiva, anche la mia.
Credo che ognuno di noi, nel proprio piccolo, possa compiere dei gesti concreti in un momento storico come questo in cui tutti ci dobbiamo sentire coinvolti per sconfiggere un’epidemia di dimensioni mondiali che ha inferto già moltissime vittime con ripercussioni spaventose sul sistema sociale ed economico.
Lo renderebbe obbligatorio?
Il Green-pass, come sapete, è già obbligatorio per accedere in molti luoghi al chiuso, potenzialmente affollati, in cui il rischio di diffusione del contagio è alto.
Se estendere ulteriormente il Green pass, anche in altri settori, fosse necessario nelle prossime settimane al fine di contrastare maggiormente l’epidemia, sarei certamente favorevole.
Mettendolo obbligatorio non si andrebbe contro alcuni principi costituzionali?
Molti, in questo periodo, hanno invocato la Costituzione al fine di sostenere che l’obbligo del Green pass violi i diritti fondamentali delle persone, primo fra tutti il diritto alla libera circolazione ed il diritto alla libera scelta dei trattamenti terapeutici.
Ebbene, se si legge il testo della nostra Carta fondamentale, ci accorgiamo che non è affatto così e che tutte le questioni sollevate sono molto più semplici di quanto possa sembrare.
In particolare l’art. 16 della Costituzione afferma che la libera circolazione delle persone possa essere soggetto a “limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza” e l’art. 32 Cost. stabilisce, al secondo comma, che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”.
Quindi, come è agevole intuire, qualora ricorressero motivi che mettono a rischio la salute e la sicurezza pubblica, evidentemente sussistenti nel contesto pandemico che stiamo vivendo, lo Stato è autorizzato dalla Costituzione stessa ad introdurre limiti alla libera circolazione delle persone (nel caso concreto, ad esempio, attraverso il Green-pass) o a prevedere trattamenti sanitari obbligatori (come l’introduzione dell’obbligatorietà del vaccino anti Covid-19).
Il tutto, come è nello spirito dei provvedimenti introdotti, al fine di proteggere la sicurezza e la salute dei cittadini. Ricordo, a tal proposito, che già numerosi vaccini sono stati resi obbligatori nella storia italiana e nel panorama mondiale (e molti lo sono tuttora), contribuendo a debellare varie epidemie e virus considerati endemici, e ciò con estremo beneficio per la popolazione.
Pertanto, con l’approvazione definitiva da parte delle autorità sanitarie europee e dei singoli Stati membri dei vaccini attualmente a disposizione (passaggio già avvenuto negli USA), anche per i vaccini anti Covid-19 si potrebbe andare verso l’obbligatorietà, nel pieno rispetto del quadro costituzionale appena delineato.
L’obbligatorietà può limitare la pandemia?
Non sono uno scienziato per dirlo, tuttavia mi baso su quanto affermato da illustri medici e virologi i quali sostengono che l’obbligo del Green-pass riduce sensibilmente la diffusione del virus e ciò è confermato dai dati diffusi dalle varie autorità sanitarie.
A chi è contro cosa si sente di dire?
Ai No Green pass e ai No Vax mi sento di dire che hanno tutto il diritto di argomentare e manifestare le loro opinioni ma suggerirei loro di farlo in modo pacifico, senza giungere ad atti di violenza o a minacciare chi non la pensa come loro (cosa avvenuta in alcuni casi, per fortuna al momento sporadici) e, soprattutto, a manifestare indossando la mascherina perché non lo fanno quasi mai (e l’ho visto con i miei occhi proprio qui a Livorno).
A parte questo, cercherei di fargli capire che quando si vive all’interno di una collettività, di una polis (come dicevano gli antichi greci) i diritti individuali di ognuno di noi, devono essere contemperati da quelli della collettività in cui si vive: se l’esercizio di un mio diritto può arrecare danno agli altri, è giusto che lo Stato intervenga per limitarlo nei modi e per il tempo necessario a garantire la tutela della collettività.
Ed è per questo che in ogni comunità di individui esistono delle regole da rispettare (questi princìpi, infatti, sono sempre stati noti fin dall’antichità e, nella nostra tradizione occidentale ci sono stati tramandati dalle elaborazioni dei filosofi e giuristi greci e romani).
Quindi, sottoporsi ad un vaccino e, di conseguenza munirsi del Green-pass, dovrebbe essere una scelta che ogni cittadino, consapevole del ruolo sociale che occupa, compie liberamente per senso di responsabilità nei confronti della collettività cui appartiene.
E se una persona decide di non vaccinarsi deve sapere che per ogni scelta vi sono conseguenze come, nel caso che stiamo analizzando, l’obbligo del Green-pass per accedere ai luoghi frequentati dagli altri.
D’altronde, John Stuart Mill, filosofo ed economista britannico della prima metà dell’800, uno dei massimi esponenti del liberismo ed utilitarismo sosteneva, nel proprio “Saggio sulla libertà” del 1859 che l’unico caso in cui lo Stato può interferire con la libertà individuale è quando questa provochi un danno ad altri.
In tal senso lo Stato è giustificato ad indirizzare la vita degli individui solo quando il comportamento di uno di essi danneggia gli altri; solo in tale ipotesi, ed al fine di proteggere la collettività, lo Stato può limitare le libertà individuali.
Ecco che anche nel contesto che stiamo vivendo, queste riflessioni appaiono molto attuali ed utili al fine di giustificare anche da un punto di vista etico il Green-pass e l’eventuale introduzione dell’obbligo vaccinale.
Per ultimo, un commento sulla Spagna dove la giustizia della Galizia si è espressa contro l’obbligo
La Sentenza del Tribunale iberico dichiara illegittimo l’obbligo del Green-pass in Spagna poiché la Legge che lo ha introdotto era viziata da un semplice passaggio procedurale.
Quindi non entra nel merito della vicenda, non dichiara se l’obbligo del Green-pass sia conforme o meno al diritto spagnolo o, più in generale, ai princìpi che regolano i diritti fondamentali degli individui.
Evidenzia solamente un vizio di forma e, pertanto, è irrilevante ai fini del nostro dibattito.
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