La burocrazia ha bloccato l’attività velica dei ragazzi disabili, la loro amarezza nel video e l’intervento di Giuseppe Mascambruno
Ospitiamo l’intervento del Giornalista Giuseppe Mascambruno in merito all’assurda vicenda che ha coinvolto molti ragazzi con disabilità a cui la burocrazia ha negato il permesso di uscire con le loro imbarcazioni per praticare in mare la loro passione, essenziale per la loro crescita personale.
Basterebbe una frase, la sola frase finale di uno dei tanti documenti che accompagnano la storia che vogliamo raccontarvi, per capire l’abisso che divide ancora una burocrazia cieca, nel caso anche bieca, e il senso della comunità che lo Stato dovrebbe difendere e tutelare soprattutto quando in ballo c’è chi è più fragile.
Cittadino tra i cittadini, ma con qualche legittimo diritto di protezione e attenzione in più. “Da ultimo recita la frase che, ovviamente in nome della legge, violenta oltre al comune buonsenso anche la già fin troppo stuprata lingua italiana, si informa che con successiva corrispondenza si procederà alla quantificazione delle somme dovute per l’occupazione “senza titolo” di che trattasi, che si riterrà perdurare fino alla rimessa in pristino stato del sedime demaniale”. Sono le ultime righe
dell’ingiunzione firmata da Fabrizio Marilli, che il timbro qualifica (prendete fiato) come “Dirigente Demanio Patrimonio e Lavoro portuale dell’Autorità Portuale Mar Tirreno Settentrionale”, con la quale questo pezzo di potere statale ha, di fatto, compiuto una delle più insopportabili violenze ai danni di tanti ragazzi con disabilità e fragilità che hanno nella possibilità di fare sport e attività in mare una delle più efficaci e importanti occasioni di riabilitazione. Fisica e, soprattutto, psicologica.
In sostanza, con quello segnalato e qualche altro pezzo di carta, firmato anche dal fresco neopresidente, Luciano Guerrieri e dall’ormai ex segretario generale Massimo Provinciali, l’Autorità Portuale in primis, la Capitaneria di Porto e il Comune, ognuno, ci mancherebbe altro, per la propria parte di competenza, hanno cancellato in un colpo solo oltre 35 anni di una storia umana straordinaria, esemplare della tradizione e della sensibilità sociale livornese: la scuola di vela ospitata nella base dell’Assonautica in porto proprio sotto la torre dei piloti.
La scuola, nata grazie all’impegno di uno straordinario collega, Antonio Fulvi, anima storica dell’Assonautica livornese insieme al direttore sportivo Beppe Fissore e sostenuta anche dall’attuale presidente Andrea Sgarallino, ospita oltre un centinaio di ragazze e ragazzi, provenienti anche da altre città della Toscana, che non solo d’estate, ma soprattutto d’estate, trovano qui la loro occasione di vivere appieno una passione. E con essa l’emozione di una libertà piena, senza gli ostacoli e le barriere della loro fragile e difficile quotidianità.
Trentacinque anni di impegno, successi, premi e riconoscimenti, ottenuti da istituzioni e aziende private, anche dalle stesse autorità pubbliche, si chiamano così, che oggi ne decretano la fine in nome di un’azione di bonifica degli abusivismi che da sempre assediano le aree portuali date in concessione. Legittima e auspicabile in linea di principio generale, ma che, come sempre accade nelle occasionali folate di furore interventistico, finisce per buttare anche il bambino
con l’acqua sporca. Perchè abusivi erano anche i due pontili galleggianti allestiti nella piccola baia sotto i Piloti utilizzati per le operazioni di imbarco e sbarco dei ragazzi.
E ora i due pontili sono a terra, immagine simbolica di uno Stato forte con i deboli e debole con i forti, con i quali ultimi un compromesso alla fine si
trova sempre. E a terra è anche il morale dei ragazzi, delle loro famiglie e delle tante associazioni che beneficiavano della base e dei servizi dei volontari dell’Assonautica.
Le ricordiamo:
- Associazione Zenith (sindrome di down) Via T. Speri, Livorno;
- Associazione Progetto Filippide, Via Garibaldi Livorno;
- Associazione Ridolina (pazienti oncologici presso Ospedale Santa Chiara di Pisa);
- A.I.L. (Associazione Italiana Leucemia), Piazza D. Chiesa Livorno;
- Associazione Sclerosi Multipla Prato;
- Associazione Don Nesi Livorno;
- Scuola di Vela diversamente abili Assonautica Livorno.
Tutte hanno firmato una lettera che, al momento, risulta morta nelle risposte degli altrimenti solertissimi interlocutori. Gli stessi che, peraltro, tollerano da anni e anni, ovviamente in nome della legge, i tanti monumenti al degrado che ancora dominano la scena del patrimonio demaniale portuale. Come i tanti edifici abbandonati, dalle palazzine degli ex faristi a quelle della Marina militare confinanti proprio con l’Assonautica, dall’ex sede della Polmare alle enormi gru con i cavi ciondolanti dell’ex azienda mezzi meccanici. Ovviamente tutto pubblico.
Come pubblica è la vergogna di un’operazione che fa male non solo ai diretti interessati, ma anche all’immagine accogliente e solidale che Livorno ha saputo conquistarsi anche fuori dai propri confini comunali. Costretta, ultimamente, a lottare non solo contro una burocrazia, cieca e bieca, ma anche contro scelte
politico-amministrative che all’attenzione nei confronti dei più fragili e alla giustizia sociale sembrano preferire la distrazione generale. Ma non è detto che alla lunga il gioco paghi.
Giuseppe Mascambruno