In un comunicato Potere al Popolo esprime la propria solidarietà ai lavoratori dello spettacolo
In un comunicato Potere al Popolo esprime la propria solidarietà ai lavoratori dello spettacolo.
Riceviamo e pubblichiamo
Oggi come Potere al Popolo! eravamo presenti alla conferenza stampa indetta da USB di fronte al Teatro Goldoni di Livorno. In questo anno di pandemia il mondo dello spettacolo è stato uno dei maggiormente colpiti, per ovvi motivi sanitari e di sicurezza. Ma lo sfruttamento nel mondo dello spettacolo inizia da lontano, mai un vero investimento se non locale e mai un progetto a lungo termine per offrire salari adeguati alle professioniste e ai professionisti che smuovono un teatro.
Esternalizzazioni e appalti hanno portato a poche tutele per le maestranze dello spettacolo, e in particolare per diversi coristi storici dei Teatri di Tradizione Toscani.
Uniti nella lotta dobbiamo far capire che il lavoro di una sarta, di un maestro collaboratore o degli attrezzisti deve essere pagato con contratto regolare. Tutti uniti dobbiamo far capire che sì, la pandemia ha portato ad un riorganizzarsi anche del mondo dello spettacolo, ma a pagarne le conseguenze non possono essere i lavoratori e le lavoratrici a colpi di precarietà e abbassamento dei salari.
Continua
Un sistema politico che non riesce a trovare soldi per garantire dignità e salario in un momento critico come questo, deve essere attaccato con tutte le forze necessarie, dobbiamo sicuramente ripartire da un dialogo, che deve iniziare ad offrire soluzioni diverse. Che non possono limitarsi allo stringere i denti, al fare tanti eventi e far vedere che “la cultura non si ferma”.
La cultura si è fermata da molto prima della pandemia, la cultura la fa (male) chi ha i soldi, a discapito del professionista. La pandemia ha tirato fuori tutte le contraddizioni di questo sistema. E lo si vede nello spettacolo.
È davvero Cultura quando i lavoratori e le lavoratrici che la rendono possibile sono costretti a lottare per vedersi riconoscere i contributi? Si può definire Cultura un mondo dove le persone perdono il posto perché il lavoro viene appaltato a ditte esterne perché costano meno? È davvero Cultura quando questo modus operandi viene fatto e promosso da istituzioni pubbliche governate da amministrazioni che dovrebbero garantire la dignità a tutte e tutti?
Questa non è Cultura. La cultura e lo spettacolo nascono per fare aggregazione, per offrire un’altra visione di mondo. E non può essere svenduta sulla pelle della gente che vi lavora. Sulla pelle di chi rende possibile che il microfono sia funzionante e che la piazza sia sgombra da un palco dopo un concerto.
Conclude
Sulla pelle di chi ha studiato anni e anni per arrivare a lavorare in questo mondo come corista o musicista. Sulla pelle dell’arte troppo spesso neanche ormai pagata perché “il periodo lo richiede, sai com’è”…
Le persone fanno la cultura, sono cultura. Il popolo usufruisce della cultura, cresce con la cultura. E anche qua, la volontà politica sta nel decidere dove spendere soldi, e se son pochi, di andarli a cercare, a prendere e ad investirli al servizio dei cittadini e delle cittadine.
Per tutti questi motivi come Potere al Popolo siamo e saremo sempre al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo e del suo mondo.
FONTE: POTERE AL POPOLO LIVORNO
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