Il Partito Democratico si scaglia contro lo stop della raccolta firme del Comitato “Oltre l’inceneritore”. Di seguito il comunicato
“Purtroppo, siamo di nuovo costretti ad assistere all’ennesima strumentalizzazione politica da una parte dell’opposizione, questa volta sullo stop della raccolta delle forme da parte del Comitato “Oltre l’Inceneritore”. Strumentalizzazione che francamente non comprendiamo e che certamente non rende neanche onore al duro lavoro fatto dal comitato stesso. È ormai consuetudine assistere a prese di posizione pesanti e strumentali su ogni tipo di argomento, specie là dove l’amministrazione cammina spedita verso realizzazioni di punti programmatici dichiarati come nel campo dei rifiuti.
Sulla polemica innescata pensiamo di non dover ribattere sui rilievi legati ai tecnicismi, sui moduli ed altro, dal momento che con il dettagliato intervento del Sindaco in Consiglio Comunale si sono chiarite tutta la regolarità tecniche sollevate dai proponenti. Sollevare dubbi sulla professionalità e la correttezza degli uffici è divenuta consuetudine scorretta e che censuriamo. Vogliamo invece indirizzare la discussione sull’aspetto più politico, legato al quesito referendario stesso. Quesito che era di difficile comprensione e che francamente faceva nascere non pochi dubbi ai cittadini chiamati a sottoscriverlo.
– Dopo le dure premesse, arriva la stoccata –
Questo ci fa pensare che sia in realtà il motivo vero per cui si è deciso di sospendere la raccolta delle firme.
Risulta molto strana la coincidenza che tutta questa polemica sorga subito dopo che il consiglio comunale deliberi la chiusura anticipata dal Concordato fallimentare e si ribadisca ufficialmente la chiusura del Termovalorizzazione. Una chiusura già programmata, di non certo inaspettata, che avrebbe dovuto rendere nei fatti inutile politicamente il quesito referendario stesso.
– Nel comunicato si continua ad incalzare l’opposizione –
Siamo rimasti amareggiati nella lettura del comunicato del Comitato che si scaglia contro Sindaco e maggioranza colpevoli di aver di fatto boicottato una procedura democratica. Una gravissima affermazione che mette seriamente in discussione il dichiarato intento da parte del Comitato stesso di non voler generare scontri politici fra le di maggioranza e di opposizione. Sopra i toni ed inaccettabile poi la pesante supposizione fatta dal Comitato stesso, che invitiamo a rivedere, che disegna questo avvenimento come una grave sconfitta per la democrazia a Livorno accusandoci di non dare la possibilità di scelta ai Livornesi di una vera politica ambientale. Ricordiamo a tutti coloro che richiamano alla partecipazione democratica che il momento saliente dell’esercizio democratico sono, e rimangono le elezioni, dove i cittadini scelgono in base ai programmi chi andrà governare. Noi ci siamo presentati con un programma chiaro che aveva, proprio riguardo alle politiche ambientali e sui rifiuti, il superamento del termovalorizzatore. Una chiusura da molti annunciata e mai realizzata che andiamo invece a compiere. Un obiettivo che raggiungiamo, forti del mandato conferitoci dalla maggioranza dei livornesi, in coerenza e nel rispetto della volontà popolare: quella uscita dalle urne.
Una caduta di stile invece quell’affermare, accusando ingiustamente i consiglieri di maggioranza, di non aver dato disponibilità alla sottoscrizione delle firme e soprattutto indicarla come una delle cause del fallimento della raccolta delle firme stesse, quando invece alcuni consiglieri del PD l’hanno data. Due di questi: il Segretario dell’Unione Comunale Federico Mirabelli e il Presidente della Sesta Commissione Consiliare Piero Tomei.
Non è che si è cercato di trovare il pretesto per sbattere la porta invece di dichiarare pubblicamente l’impossibilità di proseguire?
A tutti abbiamo esposto la nostra legittima posizione politica sul quesito referendario e non ci siamo mai sottratti in sede di discussione pubblica. Forte è stata la consultazione con le forze ambientaliste che rispettiamo sempre, anche quando compiono la loro legittima opera critica. Associazioni e attivisti che meritano sempre rispetto e che quando manifestano posizioni non allineate a quel determinato “pensiero unico” divengono per alcune forze politiche scomodi, pertanto da apostrofare anche con appellativi addirittura dispregiativi. Siamo sempre stati contrari a questa proposta di referendum perché lo ritenevamo veramente inopportuno e di fatto avrebbe aperto inutilmente uno scenario sulla politica dei rifiuti dannoso per la città e soprattutto per le tasche dei cittadini. Nel merito molti sono i punti contestabili: i tempi, i costi procurati e soprattutto l’incognita sulla tipologia dei rifiuti da trattare dal momento che non si comprende bene che tipo di impianto proposto.
– E per concludere un’altra stoccata polemica contro gli ambientalisti –
I tempi: secondo il quesito referendario, lo spegnimento dell’inceneritore, già stabilito per ottobre 2023, avrebbe visto l’avvio delle procedure a settembre 2022 (molto probabilmente dopo) con un irrisorio quanto inutile guadagno di tempo.
I costi: fortissimo sarebbe stato l’aumento dei costi previsti per gli investimenti alternativi al programma di AAMPS. Dai 25 milioni dei costi previsti ai 49 milioni degli costi previsti nel Referendum. Una differenza di + 24 milioni rispetto ad un investimento che avrebbe generato ricavi da 1 a 5 milioni di euro mentre il piano di AAMPS prevede sette milioni di euro di ricavi.”
Un progetto costosissimo che mai abbiamo condiviso a carico esclusivamente dei cittadini su cui si sarebbero riversati in tariffa i maggiori costi.
Piero TomeiResponsabile AmbientePD Unione Comunale di Livorno
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