Gli agenti della Polizia di Stato facevano irruzione nel covo allestito dentro un container
È il bilancio dell’operazione lampo condotta dai poliziotti della Squadra Mobile nei giorni scorsi, in seguito all’acquisizione della notizia che in un container ubicato in un piazzale dell’Interporto livornese sarebbe stata custodita sostanza stupefacente.
Gli investigatori della Sezione Antidroga e contrasto al crimine diffuso (i “Falchi”) approntavano rapidamente un servizio di monitoraggio dell’area interessata, notando accedere in uno dei piazzali un’autovettura al cui interno vi era – accompagnato da un altro uomo – un soggetto già noto per i suoi precedenti in materia di stupefacenti.
La macchina – seguita a debita distanza – si fermava proprio di fronte ad un container adibito ad ufficio ed i due vi facevano accesso, lasciando la porta aperta.
In pochi minuti, tutti i poliziotti dislocati in vari punti dell’Interporto confluivano sul posto e facevano irruzione nel container, al cui interno, oltre alla “coppia” vista giungere in macchina, vi erano altre due persone, tra cui il fratello del soggetto già conosciuto dagli investigatori ed una donna, risultata essere dipendente della ditta “titolare” dell’ufficio.
In una stanza, sul tavolo, in bella vista, vi era un bilancino sul quale i presenti stavano pesando della sostanza in sassi di colore bianco (già divisa in diversi involucri trasparenti con l’indicazione del peso), accanto ad un intero panetto da oltre 1 Kg. contrassegnato dal simbolo della “Mercedes”, poi risultata essere, dalle analisi chimiche effettuate dalla Polizia Scientifica, di natura stupefacente del tipo “cocaina”, per un peso complessivo di oltre 2 Kg.
Alla luce di quanto accertato, veniva eseguita un’accurata e meticolosa perquisizione locale, che permetteva di rinvenire e sequestrare, tra l’altro, materiale idoneo al confezionamento – è stata addirittura sequestrata una grossa pressa in ferro, utilizzata per “dare forma” al panetto da 1 Kg., dato che la sostanza viene inserita nella “formina” e pressata con un martinetto che viene azionato con una leva manuale – oltre che alla pesatura ed al sottovuoto, nonché un’ingente somma di denaro, suddivisa in buste con l’indicazione degli importi in ciascuna contenuti, ritenuta provento dell’attività di spaccio.
I quattro venivano arrestati per concorso nella detenzione a fini di spaccio della cocaina sequestrata e condotti in carcere, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria livornese.
Ieri il Giudice convalidava gli arresti e disponeva la custodia cautelare in carcere nei confronti di tutti gli indagati, ad eccezione della donna, alla quale – in considerazione del suo stato di incensuratezza – venivano applicati gli arresti domiciliari con il c.d. braccialetto elettronico.
Fonte il portavoce della Questura
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