Proviamo ad essere profeti in patria, l’impresa si può fare
Il DS Raffaele Rubino ammette tutto il rammarico per lesonero di Dal Canto, amatissimo da tutta la piazza, ma -come dichiarato dal direttore sportivo- “Serviva aria nuova”. La Scelta di Amelia è dettata da un segnale di appartenenza, un segnale forte al gruppo e ai ragazzi “cambiare per cambiare” non avrebbe avuto senso, ci spiega Rubino. Marco Amelia ha vissuto questa piazza e la ama, questo è lapalissiano. Per adesso il contratto è fino al termine della stagione, poi, in base a dove saremo, da valutare il da farsi. Si tratta del quindicesimo giocatore del Livorno che diventa allenatore, soprattutto di quel Livorno là, quello che vinceva e faceva sognare.
“Per me questo non è da vivere come un ritorno, è un nuovo inizio. Non sarà facile, non è semplice, siamo in un momento delicato ma dobbiamo fare l’impresa, nel rispetto per la maglia ed i tifosi. Società, staff, giocatori e media devono avere bene in testa l’impresa che stiamo affrontando”. Un appello a tutta la città, dai tifosi ai media, perché nessuno si senta escluso da questa sfida. Poi un endorsment alla società che definisce seria, che da dicembre agisce in maniera ineccepibile. Secondo il nuovo mister chi ha fatto disastri non cè più.
Poi un piccolo retroscena sulla sua chiamata: “Sono stato contattato ieri, sul tardi, sono venuto stanotte. Ero a casa a Frascati e sinceramente non me lo aspettavo, mi ha reso orgoglioso come tifoso e come ex calciatore. Una grande gratificazione personale, ma una grande responsabilità”. È sinceramente emozionato Amelia nel pronunciare queste parole, poi confida che per motivi personali si era imposto uno stop sino a luglio, rifiutando alcune chiamate. Ma per il Livorno ha fatto una eccezione, non poteva dire di no alla sua città adottiva.
Sulla brutta carriera da allenatore, prima alla Lupa Roma e poi alla Vastese, dalle quali è stato esonerato, non commenta: “Si tratta di passato, adesso è il momento di ripartenza. Oggi conta solo il presente”.
Mister Amelia sa bene cosa lo aspetta non si illude: “Cè da fare unila impresa, serve coesione, la società deve restare fuori dalla testa dei ragazzi, che devono pensare solo al campo. Qui a Livorno ho una scuola calcio, vengo spesso, non sono solo passato. Ma nonostante questo non ho mai pensato “chi me l’ha fatto fare?”. Me l’ha fatto fare il miglior consigliere, il cuore, il senso di appartenenza, voglio dare il mio contributo. Ci stiamo armando per andare a batterci ogni partita”.
Come allenatore in seconda annuncia Alessandro Moglioni, arrivato oggi a Livorno. Un giovane che ha sempre fatto l’allenatore e da due anni è al fianco di Marco Amelia.
Poi un siparietto sul suo passato a Livorno, a quanto dichiara ha ricevuto un messaggio da tutti coloro che hanno giocato con lui a Livorno, la maglia amaranto è rimasto per quel gruppo un collante.
Ho avuto tanti contatti ma ho rifiutato perché volevo ripartire a Luglio per motivi personali. Ho accettato solo Livorno perché c’è un legame particolare.
Amelia sa di avere la stima da parte di tutta Livorno, ma questo aiuta. È consapevole del fatto che non sarà una passeggiata ma so che si può fare: “Proviamo ad essere profeti in patria” ha commentato. “Dimostriamo alla città che siamo in grado di poter gestire la situazione iniziando dalla prossima partita. Dobbiamo fare sul campo qualcosa che sembra impossibile”
Il nuovo allenatore del Livorno è chiaro, poche chiacchiere, contano solo i punti, poco importa il resto. Preferisce vincere gli scontri diretti e perdere altre partite. Di punti ce ne sono 33 ancora in palio, non è impossibile.