Il noto DJ dai lunghi capelli si racconta in una lunga intervista, ecco la seconda parte
Il noto DJ dai lunghi capelli si racconta in una lunga intervista, ecco la seconda parte.
Quale è il tuo genere preferito?
“ Il primo amore non si scorda mai, ovvero il Soul, il Funky, ma apprezzo molto anche l’House, il Rock anni 70, e la musica elettronica.”
Sei molto attivo sui social e sulle varie piattaforme musicali, Mix-cloud in primis, in generale cosa possono portare in termini di visibilità?
“Il “social” preferisco farlo nelle piazze, in mezzo alla strada e nei locali, non credo che il proprietario di un locale in Australia possa affidarmi una serata, ascoltandomi soltanto su una di queste piattaforme – ride di gusto n.d.c. -.
Per la mia esperienza, penso che l’effetto pubblicitario dato dai social possa aiutarti per un 10%, non di più, é molto più efficace il passaparola.
Diverso il ragionamento per quanto riguarda la visibilità, i social possono essere un ottimo strumento, ma diventa poi difficile tramutarla in opportunità lavorative.
Mixcloud, invece, è uno strumento che utilizzo per far rivivere determinati periodi, una sorta di personale enciclopedia musicale della dancefloor dai primi anni 70 agli anni 90.”
La tecnologia ha modificato il modo di mixare, rendendolo più semplice e più schematico, cosa ne pensi?
“Se tutta questa tecnologia la avessimo avuta a disposizione 30 anni fa avremmo fatto sfracelli!! Sinceramente, la tecnologia ha avvicinato a questo mestiere troppe persone poco professionali, prive di una sana passione per la musica, ma solo in cerca di un guadagno facile, supportate magari da un esposizione mediatica su tv e giornali, e, per le nuove generazioni, anche sui social.
Il paradosso è che nonostante il mixaggio sia diventato più semplice, c’è molta più gente che non mixa più, ovvero passa da un brano ad un altro senza neanche un filo logico, l’avessimo fatto qualche decennio fa ci avrebbero preso a bucciate!!
Per quanto mi riguarda, la tecnologia mi ha alleggerito il bagaglio, nonostante sia aumentato numericamente, mi permette di lavorare anche su strutture instabili o ventose, e, da circa 12 anni, anche di videomixare.
Negli ultimi tempi comunque, ed in maniera molto decisa, c’é stato un ritorno alla manualità, ed alle tecnologie chiamate vintage, ovvero il fascino del giradischi, con i mitici Technics, e del disco in vinile. “
Cosa consiglieresti ad un giovane con la tua passione?
“Di ascoltare tanta musica, di tutti i generi, andando a ripescare brani, anche e soprattutto, dal passato, perché la maggior parte delle produzioni contemporanee hanno ispirazione, o addirittura sono copiature, da vecchi brani, e di farsi insegnare fin da subito alcune regole fondamentali sulla musica, per non rischiare di crescere portandosi dietro qualche difetto, poi difficile da togliersi man mano che passa il tempo.”.
Perché è bello fare il dj?
“Mi verrebbe da dire era bello!! Era bello andare in giro per negozi in tutta Italia alla ricerca di qualche disco particolare, e ritrovarsi con altri colleghi a scambiare consigli, sensazioni e aneddoti; era bello fare la serata davanti a tante persone che venivano in discoteca per ballare e per conoscersi, era bello quando tornavi a casa la mattina, sì molto stanco dopo aver guidato tutta la notte, ma comunque soddisfatto.
I tempi e le abitudini sono cambiate molto in questi ultimi 20 anni, la qualità musicale si è notevolmente abbassata, e, di conseguenza, anche i gusti della clientela si sono banalizzati; i più giovani vanno nei locali per fare una bevuta, oppure rimangono rinchiusi tutta la sera al proprio tavolo, le persone più “grandi”, invece, quelle che avrebbero una cultura più danzereccia, vengono principalmente per la cena e per il menù…. rimane il fatto di fare un mestiere con passione ed ogni serata in più la accogli con il sorriso, dove puoi esprimere la tua fantasia al servizio degli altri, praticamente la vivi come un divertimento, un grande divertimento.”
Quanto ha pesato e sta pesando l’emergenza sanitaria?
“ Tanto, tantissimo, oserei dire troppo; siamo stati tra i primi a fermarci, e saremo gli ultimi a ripartire!!! Spero in una piccola riapertura per questa estate, magari nei locali all’aperto, se il piano vaccinazione avrà raggiunto le persone più a rischio.”
Che musica ascolti quando non mixi?
“Principalmente tutta quella che non conosco, anche quella che poi mixerò in futuro; sempre a seconda del momento, delle necessità e dell’umore. In generale mi piace molto variare, partendo dal presupposto che la musica è per me terapeutica!”
Prima di salutare è d’obbligo un ricordo del grande Riccardo Cioni, il DJ Full Time, che da poco ci ha lasciato.
“Riccardo mi ha insegnato l’ABC di questo mestiere e dato la possibilità di esordire al suo fianco in una discoteca vera all’età appena 15/16 anni, prima al “Green Ship” di Nave (LU) e poi al Kursaal di Montecatini.
In questi 40 anni abbiamo collaborato tante volte, sia nei locali, specialmente da quando nel 2000 abbiamo deciso di riproporre la Disco degli anni 70/80 al Pellerossa, e qualche anno dopo quando abbiamo aggiunto la componente video alle serate, sia in studio di registrazione, come anche ultimamente stavano lavorando ad un’idea che doveva svilupparsi nei prossimi mesi e che purtroppo rimarrà tale.
Con Riccardo ci siamo scambiati tanti consigli e condiviso anche esperienze di vita. Eravamo diversi, ma simili e compatibili, sempre leali l’uno verso l’altro.
Come diceva lui, ero la sua memoria musicale, quando non ricordava un titolo mi chiamava, come aveva fatto anche ultimamente!
E’ stato un grande, perché è riuscito a fare sempre e solamente ciò che amava, e sempre ad alti livelli di successo, mi mancherà molto, e non solo a me.”