Dall’analisi della crisi della città alla proposta di soluzioni per Livorno. Il Dottor Massimo Cappelli, ex dirigente Eni ed ex presidente di AAMPS, ci racconta gli scenari possibili
Mentre l’epidemia Covid sta ancora mietendo vittime nel mondo e l’Europa sta affrontando la prevista terribile nuova ondata, manifestatasi già dall’autunno, sono partiti i piani vaccinali e si opera perché l’economia riparta o comunque non subisca danni irreversibili
In questo senso, si stanno moltiplicando annunci di incentivi e di interventi di sostegno ai cittadini, alle imprese e alle attività commerciali, sia a livello nazionale che europeo.
Purtroppo, sino ad oggi, agli annunci spesso non hanno fatto seguito altrettanto tempestivi interventi e questo ha provocato e sta provocando situazioni di difficoltà e sofferenza.
Così, mentre assistiamo ad una lenta e disomogenea ripresa di alcuni settori del commercio, importanti altri comparti come quelli del turismo e dei viaggi stentano a ripartire. E continuano ad essere bloccati tantissimi cantieri collegati a grandi attività infrastrutturali, sia per la situazione collegata alla pandemia che per le ostilità di alcune forze politiche. Come se poi non bastasse, la macchina burocratica statale ci mette del suo per appesantire e ritardare ogni cosa. Si spera che con il cambio di Governo che ha visto il conferimento dell’incarico a Draghi e il più vasto coinvolgimento delle forze politiche, anche di opposizione, si abbia una accelerazione su questi temi.
In questo contesto generale si colloca anche la nostra città con le attività che la caratterizzano.
La cosa più evidente, al momento, sono le saracinesche abbassate di molti negozi. Attività colpite duramente dal lock down conseguente alla prima ondata, che non si sono più riprese. Lodevole lo sforzo dell’Amministrazione Comunale di dare aiuti ad alcune di esse , con l’opportunità di utilizzare gratuitamente il suolo pubblico per un certo periodo o rinviando la riscossione di imposte. Ma non basta ad arginare la caduta di attività che è avvenuta. Ne è un emblema il porto, alcuni mesi fa meta di continui arrivi di navi da crociera ed ora animato solo dai traghetti con le isole. Ne hanno risentito e ne risentono tutte le attività collegate al flusso di turisti dall’estero : ristorazione, taxi, commercio spicciolo etc.
Eppure Livorno ha in cantiere tre grandissime opportunità che possono portare sul territorio rilevanti investimenti proprio nelle aree tipiche della economia cittadina : porto, servizi, industria.
Investimenti che, se realizzati, innescherebbero un moltiplicatore rilevantissimo di benefici economici.
Mi riferisco agli investimenti previsti per la Nuova Darsena Europa, circa 465 milioni di euro, quelli per il nuovo ospedale, circa 200 milioni di euro, quelli per i nuovi impianti della Raffineria, circa 250 milioni di euro.
Se questi numeri, per altro riportati più volte sulla stampa locale, sono veri, vorrebbe dire che poco meno di un miliardo di euro potrebbe essere riversato sul nostro territorio nei prossimi anni.
Una cifra enorme che , dobbiamo per onestà dire, si è accumulata anche per i ritardi di attuazione, le ostilità di parte della politica locale e di cittadini, che ne hanno ritardato l’avvio.
Ed oggi, con il peggioramento dell’economia ed il moltiplicarsi di situazioni di crisi tutto si è risolto? Purtroppo no.
Anche adesso che ci sarebbe necessità di uno slancio comune continuano a registrarsi ritardi autorizzativi, indecisioni, posizioni negative di comitati di cittadini più vicini ai luoghi di intervento. Il tutto condito da prese di posizione, spesso contrarie, di forze politiche alla ricerca di facili consensi.
Il solito teatrino italiano che ha allontanato tanti investitori dal nostro Paese e che lo sta pian piano portando ad una decrescita infelice.
Tutto ciò fa ancora più amarezza constatando che le occasioni ci sono. Quel che accadrà in futuro è nelle nostre mani e solo nostra sarà la responsabilità di ciò che si deciderà e delle conseguenze che potrà avere.
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