Motore Sanità afferma, in un comunicato: “Ci sarà bisogno di reclutare più medici, infermieri e assistenti sanitari e di individuare le persone più fragili che rischiano di più se verranno colpiti dal virus”
Motore Sanità afferma, in un comunicato: “Ci sarà bisogno di reclutare più medici, infermieri e assistenti sanitari e di individuare le persone più fragili che rischiano di più se verranno colpiti dal virus”.
La diatriba sulla campagna vaccinale tra Unione Europea, Governo, Regioni e aziende produttrici sta salendo di tono con dichiarazioni diverse e non coincidenti.
La parola d’ordine è non perdere tempo, la campagna vaccinale contro il Covid deve proseguire senza sosta per arrivare, nei tempi stabiliti, a vaccinare tutti gli italiani e permettere il conseguente rilancio dell’economia.
Per fare il punto sulla scottante questione dei vaccini anti Covid, Motore Sanità, in collaborazione con Mondosanità, ha organizzato il talk webinar.
“Vaccino anti Covid-19: a che punto siamo?”.
I vaccini Pfizer e Moderna, nelle fasi 2 e 3 della campagna, che entreranno nel vivo dopo l’arrivo lunedì del primo carico di dosi di AstraZeneca, saranno somministrati a over 80 e ai più fragili, quello di AstraZeneca al di sotto dei 55 anni a personale scolastico docente e non docente, forze armate e di polizia, personale carcerario e detenuti, secondo le linee di rimodulazione del piano vaccinale emerse nell’incontro di ieri tra Governo Regioni.
L’obiettivo è quello di somministrare 2 milioni di dosi a febbraio, 4 milioni a marzo e 8 milioni ad aprile, per un totale di 14 milioni di dosi in un trimestre.
Ma intanto sono tre le questioni aperte: il tempo tiranno contro la carenza di dosi di vaccino, le varianti che inficiano l’efficacia dei vaccini e individuare le fasce fragili della popolazione in quanto più a rischio di contrarre il virus e di sviluppare gravissime complicanze.
“Dobbiamo uscire da questa empasse e urge un intervento nazionale” si è appellato Luciano Flor, Direttore Generale Area Sanità e Sociale Regione del Veneto che attualmente ha vaccinato l’1,61% della popolazione -.
C’eravamo tarati sull’esperienza della vaccinazione antinfluenzale che in due mesi ha coperto 1 milione 300mila persone, quindi pensavamo di riuscire a vaccinare contro il Covid circa 800mila persone al mese, ma ci troviamo con una capacità di 50mila dosi settimanali che valgono 25mila persone.
Dobbiamo abolire dal lessico il termine “vaccinazione di massa”, “immunità di gregge”, perché oggi abbiamo talmente poche dosi di vaccino che non possiamo mettere in campo un intervento vaccinale poderoso. La regione Veneto si sta guardando intorno per cercare le possibilità di trovare una fonte di vaccino. Ad oggi non ci lasciano soddisfatti le certezze che abbiamo per febbraio e metà marzo, perché è troppo scarsa la fornitura”:
Ha spiegato Stefano Vella, Adjunct Professor of Global Health – Catholic University of Rome
“Il tema delle varianti si sta confermando come uno dei più preoccupanti in questo momento, infatti è ora che dobbiamo vaccinare, per bloccare il virus che in questo momento è in circolazione, è una corsa contro il tempo. Circa l’efficacia di risposta contro le varianti è sul campo che si vede l’efficacia dei vaccini.”
Secondo Claudio Zanon, Direttore scientifico di Motore Sanità
“In uno studio ad oggi pubblicato solo in preprint, Pfizer e Biontech hanno creato due pseudo-virus, uno con le caratteristiche del ceppo di Wuhan e l’altro con le mutazioni della variante inglese, e hanno riscontrato che gli anticorpi prodotti dal vaccino Pfizer hanno lo stesso effetto neutralizzante su entrambi. I
noltre, i vaccini contro il coronavirus, specialmente quelli realizati con tecnologie di ingegneria genetica sono facilmente adattabili ai nuovi ceppi virali.
Una ragione in più, questa, per potenziare la sorveglianza genomica della pandemia e incrementare il numero dei sequenziamenti, con l’obiettivo di inserire nei futuri vaccini le sequenze “aggiornate” dei geni presenti nei ceppi virali dominanti. Qualcosa di simile a quanto avviene ogni anno con il vaccino anti-influenzale” – ha dichiarato Claudio Zanon.
“Il ritardo del piano vaccinale nazionale con ricaduta su quelli regionali implica immediate iniziative per superare l’impasse creatasi. Bisogna raggiungere velocemente ad un accordo con AstraZeneca perché’ le vie legali sono lunghe e nocive.
Ha concluso Claudio Zanon
Allo stesso tempo bisogna arrivare ad un coordinamento tra le Regioni per un cronoprogramma comune. Il Commissario Arcuri dovrebbe concordare con le centrali di acquisto regionali l’acquisizione delle siringhe, anche non luer lock, ad un prezzo stabilito. È necessario aumentare la quantità di dosi da iniettare giornalmente, scegliendo con accuratezza le priorità’ per contrastare le varianti del virus per le quali, i vaccini paiono meno efficaci” .
Le associazioni dei pazienti chiedono risposte alle istituzioni perché a rischio ci sono gli anziani e i malati cronici.
“Sono 11 milioni le persone che non possono aspettare e che diventano 24 milioni se consideriamo i malati cronici, è necessario che il Ministero stili delle linee guida molto specifiche su tutto il percorso di vaccinazione che individui ogni grado di criticità.
Si è appellato Lorenzo Latella, Segretario Generale Cittadinanzattiva, Campania.
Dobbiamo prepararci ad una campagna vaccinale che abbia queste specifiche al suo interno. Il percorso di individuazione di questa fascia fragile deve essere fatto incrociando i dati dei medici di famiglia – ha puntualizzato Vella – In aiuto possono venire le Asl, l’Inps e le associazioni di volontariato”.
Ha dichiarato Rita Lidia Stara del Comitato direttivo di Diabete Italia
“Ci sentiamo una categoria particolarmente esposta e fragile e gli esiti del Covid, anche nefasti, ce l’hanno dimostrato, per questo siamo preoccupati. E siamo preoccupati anche per i malati diabetici in età lavorativa, che se non riceveranno in tempo il vaccino potranno rischiare di ammalarsi e di non riuscire più ad andare a lavorare. Abbiamo scritto al Ministro della Salute e all’Istituto superiore di Sanità. Certo, i vaccini arriveranno, è un momento critico, ma bisogna lavorare tutti insieme per farci trovare pronti”.
Dalla Direzione Generale Prevenzione, Ministero della Salute sono giunte rassicurazioni.
“Nei prossimi giorni uscirà un documento di aggiornamento del piano strategico che individua le specifiche sulle categorie prioritarie, in particolare saranno inserire le categorie relative alle patologie – ha spiegato Andrea Siddu –. Il ritmo delle vaccinazioni è al passo con la programmazione stabilita, siamo messi abbastanza bene in termini di performance e stiamo lavorando per ottimizzare i futuri modelli organizzativi della seconda fase in previsione della quale aumenteranno le dosi vaccinali. Per quanto riguarda il problema della tempistica sull’approvvigionamento questo non dipende dall’Italia e finché la vaccinazione sarà un problema globale resterà anche un problema italiano“.
La macchina organizzativa vaccinale deve essere potenziata, però.
“E’ una vaccinazione di massa e considerata la complessità organizzativa dobbiamo fare una grande maratona che ci impegnerà per almeno due anni. Abbiamo bisogno di reclutare tanti medici, infermieri e assistenti sanitari, abbiamo bisogno di tecnologia informatica e di inventare nuove modalità di incontrare le persone per consentire di vaccinarsi e in tutta sicurezza” ha spiegato Enrico Di Rosa, Coordinatore del Collegio Operatori SITI .
“Noi farmacisti abbiamo dato la nostra disponibilità e crediamo che potremmo dare un grande contributo – ha concluso Marco Cossolo, Presidente Federfarma-. La nostra disponibilità è totale. Siamo in attesa di ricevere un protocollo, indicazioni e di essere formati. Più armi in campo in questa guerra e più abbiamo la possibilità di vincerla e soprattutto vincerla in fretta“.
Fonte: Motore Sanità (www.motoresanità.it)
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