Il nostro “must” è l’autonomia e la socializzazione delle persone down
Negli ultimi giorni il Parco del Mulino, ed in particolare la sua pizzeria, è balzata agli onori della cronaca – se ne è occupato anche il TG1 – per il successo ottenuto dall’appello rivolto, tramite social, dai gestori alla cittadinanza livornese, affinché prenotassero le proprie pizze al “Parco del Mulino”. Per conoscere meglio questa meritoria struttura, da sempre attenta alle esigenze delle persone Down, ne abbiamo parlato con il presidente Alfio Baldi, in carica da oltre un anno.
Raccontiamo il Parco del Mulino
“Il Parco del Mulino è una cooperativa sociale; si tratta infatti di una struttura che ha sede dove si trova l’associazione persone down, in via Voltolino Fontani. Un struttura che è divisa tra cooperativa e associazione; l’associazione si occupa di tutta la parte inerente all’autonomia, ai laboratori delle persone down, seguite da piccoli fino all’età lavorativa. La cooperativa si occupa, invece, della parte lavorativa, sempre nell’ottica dell’autonomia, di fatto è un servizio educativo con il quale si insegna a queste persone ad avere fiducia in se stesse, a socializzare ed a rapportarsi al meglio con gli altri. Sostanzialmente è lavoro accompagnato ad un percorso lavorativo.”
Quante sono le persone impiegate nella struttura ?
“Complessivamente sono 24; ai 14 ragazzi, infatti, vanno aggiunti i 10 operatori.”
Quali sono le attività lavorative della cooperativa e quanto hanno risentito della pandemia ?
“Partiamo dal bed and breakfast, ubicato presso la struttura “Parco del Mulino”, con 5 camere doppie, adesso purtroppo completamente chiuso a causa della pandemia.
Nel bed and breakfast sono impegnati due ragazzi ed un educatore. Abbiamo poi l’area camper, anch’essa con le saracinesche abbassate, nel quale lavorano un ragazzo ed un educatore, che ovviamente si occupa anche di altre cose. Abbiamo poi il Cà Moro, un vecchio peschereccio, ormeggiato di fronte ai quattro mori, adibito a ristorante con 40 coperti, poi ridotti a 20 per mantenere l’ormai famoso distanziamento. Anch’esso, stanti i dettami del DPCM, attualmente chiuso.”
E la pizzeria ?
“Infatti, stavo giusto per arrivarci; c’è poi l’attività della pizzeria che durante l’estate si è meritata il titolo di “miglior pizzeria” in un concorso lanciato dal quotidiano “Il Tirreno”. Questo ci ha fatto conoscere, tanto che, in estate, abbiamo sempre avuto il tutto esaurito, con oltre 100 clienti a sera. Ovviamente anche la pizzeria, così come tutta la ristorazione in generale, ha avuto gravi problemi. Tengo a precisare che stiamo parlando di una cooperativa sociale, nella quale i volontari svolgono lavoro gratuito. Con la chiusura della pizzeria, siamo rimasti senza entrate per pagare le spese fisse (Acqua, Luce, Gas). Da qua è nata l’idea del servizio a domicilio.”
L’inizio è stato duro, o sbaglio ?
“Vero, i primi tempi facevamo 8-10 pizze a sera, con introiti che non servivano manco a pagare il pizzaiolo. “
Quanto i lavoratori ne hanno risentito ?
“I lavoratori down ne hanno risentito tantissimo sotto il profilo psicologico; per loro il lavoro non è solo una forma di guadagno, ma soprattutto una forma di evoluzione, socializzazione e ricerca dell’autonomia. Per loro la chiusura è stata una tragedia, tanto che ogni giorno ricevevo, e ricevo ancora, messaggi nel quale mi si chiedeva quando saremmo ripartiti.”
Da qui l’idea dell’appello, presumo ?
“Esattamente; l’obiettivo era di arrivare da 10 pizze a 50, per non andare in rimessa, per pagare il pizzaiolo ed almeno un ragazzo. L’idea è stata di un genitore, poi io l’ho ripresa e la risposta è stato enorme; la città ha risposto alla grande, tanto che su Facebook abbiamo ricevuto decine di migliaia di like, e già il primo giorno dopo l’appello abbiamo dovuto chiudere le prenotazioni, in quanto il nostro target è di circa 100, 120 pizze a sera.”
Avete cambiato anche modalità si prenotazione“Un successo che ci ha convinto ad aprire anche il giovedì, dando la possibilità di prenotare anche nei giorni di lunedì, martedì e mercoledì – dalle 9.30 alle 12.30 – per i giorni successivi, proprio per diminuire al massimo i disagi. Adesso la speranza è che questa grande solidarietà continui nel tempo, e che noi possiamo continuare a sfornare 120 pizze a sera. Così facendo siamo in grado di garantire il lavoro a tutti i ragazzi, che sono davvero orgogliosi del nostro lavoro e delle nostre pizze, e del nostro pizzaiolo, un egiziano, pizzaiolo proprio per professione. Mi piace chiudere citando il nostro slogan “le nostre pizze non sono perfettamente tonde, ma la qualità sta nella diversità”. Per concludere, il numero cui prenotare è il 371 3567130.
Il testo del post apparso su Facebook
Carissimi amici. Scrivo per fare un appello a tutti voi. La cooperativa Parco del Mulino versa in gravi condizioni economiche , il personale è sotto cassa integrazione , il Cà moro è chiuso il BeB è vuoto , la Pizzeria è chiusa , l’unica cosa che possiamo fare è la pizza da asporto ma purtroppo la richiesta è quasi nulla.
Purtroppo però luce acqua e gas dobbiamo pagarli , la segreteria pure , la Tari ed altre tasse continuano ad arrivare , cosa possiamo fare per non affogare in questo momento così grave .Dateci una mano per incrementare l’asporto di pizze , spargete la voce a tutti i vostri conoscenti e amici, è vero siamo un po’ decentrati ma la pizza è buona, arriva calda, ora facciamo anche una buona torta e aiutiamo il Parco e di conseguenza l’Associazione , scrivete sui social sui muri dove volete il numero di telefono per prenotare. Diamoci da fare altrimenti si chiude .
Grazie per la vostra attenzione
AIUTA IL PARCO !!!! Se vuoi la nostra Pizza, Siamo su Deliveroo. Te la portiamo a casa. Oppure chiama il 3345969241 e la vieni a prendere da noi. GIULIA TI ASPETTA.
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