Piazza Garibaldi: una storia vecchia quella del centro di Livorno, sempre meno centro e sempre più periferia
Piazza Garibaldi: una storia vecchia quella del centro di Livorno, sempre meno centro e sempre più periferia.
Una piazza è il cuore pulsante di un centro urbano, è la sua manifestazione più calda, quell’intersezione fra focolare domestico e luogo pubblico, perché in fondo la piazza è un po’ il salotto della città.
Piazza Garibaldi è cuore pulsante del centro di Livorno e dovrebbe essere un luogo di aggregazione e vita cittadina.
Non lo è più da tempo, non lo è più nella pratica ma neanche nella percezione comune, di una città che nel bene e nel male diventa sempre più mare-centrica.
Avere il coraggio
Perché a Livorno dobbiamo avere il coraggio di riconoscere il nostro lungomare croce e delizia, nostra fortuna e nostra sfortuna.
Negli anni la politica ha ossessivamente rimarcato come il lungomare di Livorno sia “il nostro salotto bene “(e su questo potremmo a lungo discutere, un salotto disordinato, sporco, e poco curato).
Appurato e concesso che il lungomare sia la parte più bella di Livorno, questo non autorizza in alcun modo la città a pensarla come l’unica zona meritevole, di aggregazione e di vita sana dove si snodano le varie forme di attività ludiche o del terzo settore.
Perché ogni quartiere merita il proprio salotto, dove scendere e trovare vita, la vita che rende viva una città.
Quanto sta succedendo in zona Garibaldi è il normale epilogo di decenni di trascuratezza, dove la piazza è diventata la dark room della sorella maggiore Piazza della Repubblica, dove celare i misfatti impraticabili nella più trafficata, ma non più viva, piazza della Repubblica.
E ci si è resi conto che cambiare il lastricato può essere un ottimo inizio, ma da solo è un intervento vacuo, che crea un posto migliore dove spacciare e/o svolgere attività più o meno legali.
Proprio la nostra passeggiata a mare ne è la dimostrazione.
Nonostante di aiuole da curare e lampioni da cambiare ce ne siano a centinaia, non cessa di essere un punto di aggregazione, uno di quelli dove nessuno ha paura di andare e dove qualsiasi attività pubblica è ben accolta e partecipata.
La zona Garibaldi ha bisogno innanzitutto di questo, di essere percepita come zona dei e per i cittadini, dove uscire a passeggiare, a parlare, ad incontrarsi e fare eventi.
Perché fosse anche la piazza più moderna al mondo, la percezione è aiutata, ma è al di là del decoro urbano.
E’ mancata la politica
Possiamo dirlo con assoluta fermezza, in Piazza Garibaldi è mancata la politica, quantomeno non è bastata.
Perché la criminalità, brutte frequentazioni e malviventi s’insinuano laddove manca la politica, l’amministrazione, l’autorità. I cittadini si sentono scoperti e smettono di avventurarsi in quella che percepiscono come zona franca e il vuoto viene riempito altrimenti.
Non si spara alla terrazza Mascagni, non si aggredisce a Quercianella, sono zone dove ci si sente sicuri. Chi, invece, si avventurerebbe in piazza Garibaldi la sera senza provare paura, senza guardarsi intorno?
Questo succede quando si permette che il centro diventi periferia e la periferia centro, come se una parte della città vada necessariamente sacrificata.
E se manca l’amministrazione e la criminalità s’impossessa del centro questo si spopola, diventando una periferia di chi non può permettersi altrimenti o di pochi temerari che non vogliono arrendersi alla sua disfatta.
A Livorno non abbiamo voluto avere un bel “corso” come in tutte le città italiane, un bel centro curato e pieno di vita come in qualsiasi città italiana, dove comprare una casa è più caro in zona “centro storico”.
Pensavamo ci bastasse il mare, ma il mare è una bellissima zona che ha la sua ragion d’essere così come dovrebbe essere il centro, senza essere soffocato dalle zone a mare, ma collaborandoci, completandosi.
Ben vengano le dichiarazioni del sindaco Salvetti sui vari interventi previsti alla piazza, perché una piazza pulita, ordinata e illuminata aiuta, ma serve coniugarla con una piazza dove le menti tornino a confrontarsi e le persone a guardarsi in faccia.
Sarà la volta buona?
Ed è forse la volta buona che la politica capisca che la sicurezza di un luogo urbano non è un argomento di destra o di sinistra, ma un argomento di cittadinanza.
Perché tutti dovremmo poter passeggiare sotto casa, ovunque essa sia, senza avere paura.
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