Gli amaranto raggiunti e superati nel finale dai granata di casa
Continua il calvario del Livorno, ormai ineluttabilmente destinato al mesto ritorno nell’inferno della Serie C. Nella lunga trasferta di Trapani, la prima dopo le polemiche per la mancata proroga a dieci componenti la rosa, gli amaranto incassano un’altra sconfitta, la numero 21 di questo avvilente campionato. Un ko reso ancor più beffardo dal modo in cui è arrivato; la truppa di Antonio Filippini era infatti avanti fino ad un minuto dal triplice fischio di chiusura, grazie ad uno splendido gol di Murillo, unica perla del brasileiro in un campionato da dimenticare.
La rimonta granata
Le condizioni per tornare in Toscana con qualche punto in carniere sembravano esserci tutte ed invece, ancora una volta, i minuti finali sono stati letali, complice anche la netta differenza di motivazioni. I siciliani, ormai con un piede e mezzo in C, si sono gettati dalle parti di Plizzari, infilandolo due volte, con Pettinari prima e il subentrato Dalmonte poi, sempre nello stesso modo. Da distanza ravvicinata, con la difesa labronica, per l’occasione composta dal trio Boben – Bogdan – Coppola, a guardare. Del resto se la porta labronica è la seconda più battuta del torneo un motivo ci sarà.
Mazzeo capitano, ma perché ?
Poco hanno convinto anche le scelte di Antonio Filippini, in particolare quella di affidare la fascia di capitano a Fabio Mazzeo. Possibile che il tecnico amaranto non fosse a conoscenza del tormentato rapporto tra l’ex, molto ex, “puntero” di Salerno e la tifoseria amaranto ? Possibile non sapesse che l’attaccante, nella sfida casalinga con il Chievo, si fosse ammutinato a Roberto Breda, allora tecnico amaranto, rifiutandosi di entrare ? Insomma, a voler essere buoni, quantomeno si è trattato di un blackout di comunicazione. Se invece il tecnico ha scelto Mazzeo come capitano pur conoscendo tutto il pregresso, beh il minimo che può fare è spiegare il perché di questa scelta apparentemente incomprensibile.
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