Neanche l’arrivo di Filippini, all’esordio in Serie B, cambia le sorti degli amaranto
Tutto cambia, niente cambia; negli ultimi tre mesi e mezzo è cambiato il mondo – causa Coronavirus – ma non i risultati, a dir poco negativi, del Livorno. Gli amaranto iniziano l’ultimo tratto del campionato nello stesso modo in cui avevano terminato le prime 28 giornate, uscendo dal campo scornati. Oltre 100 giorni fa a banchettare con gli straniti amaranto fu il Pisa, questa sera a far male gli amaranto è stato il Cittadella, a cui è bastato un filo di acceleratore per portare i tre punti in Veneto, alimentando le speranze di promozione. Insomma tanto per cambiare un’altra sconfitta
Impegno tanto, risultati pochi
Un 2-0 maturato tutto nella ripresa, “griffato” dal grande ex di turno Manuel Iori, 38 anni e non sentirli, e da Proia, uno cui l’amaranto fa lo stesso effetto del rosso ad un toro, tanto che aveva già infilato la porta labronica anche nella partita di andata. Uno-due che ha messo nel carniere di Venturato i tre punti, in barba alla voglia del Livorno di regalare una gioia ai propri tifosi. Invece nulla, ed è arrivata l’ennesima sconfitta di questo campionato, la prima dell’era Filippini. Il tecnico amaranto ha provato a ridisegnare l’assetto tattico dei suoi, proponendo la difesa a tre, puntellata sugli esterni da Del Prato e dall’impalpabile Seck.
Difesa di burro
L’intendimento del tecnico – emozionanti le sue lacrime nel minuto di raccoglimento all’inizio della partita in ricordo delle vittime del Coronavirus, virus maledetto che gli ha portato via la madre Terry – era quello di blindare la porta, fin qui perforata già 47 volte. Intento nobile, per l’amor di Dio, ma naufragato non appena il Cittadella ha ingranato le marce medio-alte. E Plizzari ha dovuto capitolare due volte in pochi minuti. Anche l’idea di rilanciare Mazzeo non ha portato benefici all’asfittica manovra amaranto; i “punteros” amaranto avevano difficoltà a segnare prima della lunga sosta, le hanno riconfermate pure oggi.
Serie B, addio
Del resto se sulla panchina amaranto si sono succeduti tre allenatori, per quattro cambi complessivi, da Breda a Filippini passando per Tramezzani e Breda 2, ma i risultati non sono mai arrivati il motivo è chiaro, scintillante come il sole in un mezzogiorno estivo. Questa squadra ha un organico inadatto alla Serie B, categoria che da oggi il Livorno può salutare, anche se manca ancora il sigillo della matematica. Ed allora, da oggi la speranza è che la società, o quel che resta di essa, più che sperare in un impossibile miracolo, si rimbocchi le maniche ed inizi a pensare alla prossima stagione che dovrà necessariamente essere, Spinelli o non Spinelli, quella del riscatto.
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