Mancano 200mila braccianti. Formazione e professionalità da rilanciare. I Voucher una possibilità
L’antica lezione della terra. Ricominciare dalla terra e dal turismo. Le nostre coltivazioni agricole sono lavorate per la maggior parte da braccianti, macedoni, marocchini, romeni. Quest’anno a causa del coronavirus forse non arriveranno, la maggior parte rimarrà confinata in patria creando danni al ciclo delle coltivazioni. E’ una corsa contro il tempo per trovare 200’000 braccianti. La Coldiretti: “Il 40% di frutta e verdura rischia di marcire nei campi” I Voucher proposti dalla Lega sono richiesti a gran voce dai due settori.
Gli operai stranieri agricoli sono il 36%, la stragrande maggioranza dalla Romania
All’appello mancano soprattutto i lavoratori comunitari. Nel nostro Paese, sottolinea Confagricoltura, “gli ultimi campi senza immigrati, risalgono agli anni ’70 in Italia, ma adesso, riguarda molti Paesi europei e sono diversi quelli che si stanno adoperando per superare l’emergenza nei campi. Oggi in Italia gli operai agricoli sono circa 1,1 milioni e, di questi, gli stranieri regolari sono poco meno di 400mila, ovvero circa il 36%, la stragrande maggioranza dei quali provenienti dalla Romania.
Coldiretti conferma che quella rumena è la comunità di lavoratori agricoli più presente in Italia (con più di 107’000 occupati rappresenta un terzo di tutta la manodopera straniera), seguita da marocchini con circa 35’000 braccianti, indiani con poco più di 34’000 operai e albanesi (oltre i 32’000). Un nodo che è venuto al pettine con il Covid -19 ma che da tempo si era annunciato come uno dei problemi più sentiti dalla nostra agricoltura.
E’ mancato l’asse di formazione scolastica e perfezionamento professionale
Il lavoro della terra come quello dell’artigianato sente da molti anni la mancanza di mano d’opera locale, sono mancate le scuole, i corsi di perfezionamento agricolo capaci di organizzare le nuove generazioni a una professione ben compensata (un esempio sono i trattoristi oggi quasi inesistenti). Il settore vitivinicolo soffre della mancanza di mano d’opera da sempre, con la pandemia in atto sarà ancora più difficile reperirla.
Percorsi professionali e segmenti di formazione scolastica
Una soluzione provvisoria potrebbe essere quella di reclutare manodopera dalla disoccupazione, dai redditi di cittadinanza, dalla perdita di lavoro provocata dalla pandemia, riempendo il vuoto lavorativo con il reclutamento di una parte di persone disponibili, si darebbe un occupazione transitoria a chi si trova senza lavoro e inizierebbero un nuovo percorso professionale, che potrebbe dare dei buoni frutti.
Per realizzare questo progetto ci vorrebbero dei buoni istruttori che preparassero i volenterosi nel più rapido tempo possibile, vista la situazione attuale ci sarebbe lo spazio per esaminare chi è portato e chi no.
Servirebbe a dare aiuto importante all’agricoltura in questo momento particolare e un futuro a una professione che i nostri giovani hanno sempre snobbato ma che in tempi di crisi potrebbero trovare una riscossa.
Senatore Gianmarco Centinaio : una possibilità la reintroduzione del Voucher in Agricoltura e Turismo
Ricominciare dalla terra e dal turismo . Gianmarco Centinaio: ” Il governo ha ancora la possibilità di dare un futuro all’agricoltura e al turismo del nostro Paese, votando l’emendamento presentato da noi n. 78.18 a firma di tutto il gruppo in Senato. Aperti a farlo sottoscrivere a tutti i gruppi parlamentari prima che venga votato in commissione Bilancio. Occorre assicurare prospettive ai tanti italiani, giovani, studenti, pensionati e disoccupati che vogliono provare a migliorare la propria vita lavorando in agricoltura e nel turismo. Dobbiamo garantire prodotti alimentari made in Italy ai consumatori italiani, assicurare manodopera agli imprenditori del turismo e della ristorazione che riapriranno nei prossimi mesi. I voucher sono lo strumento che i due settori chiedono a gran voce”.
Fonti: Si ringrazia Vito Capogna per la collaborazione alla grafica ed impianto del servizio
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