L’Italia è la patria delle emergenze, adesso stiamo vivendo quella del coronavirus, ma ne abbiamo conosciute molte altre in passato. Solo per citarne alcune, il dissesto idrogeologico del territorio strettamente connesso alle alluvioni e l’edilizia non adatta a sostenere le scosse di terremoto. Proprio su questo ultimo argomento ci siamo posti delle domande, rimanendo colpiti dalla numerosità degli eventi sismici negli ultimi mesi. Così abbiamo posto dei quesiti al Dottor Carlo Meletti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e ne è nata questa intervista. Cogliamo l’occasione per ringraziarlo della cortesia e di aver usato un linguaggio semplice e chiaro, cosa non da poco

D) Siamo di fronte ad uno sciame sismico causato dalle stesse cause oppure siamo di fronte a uno scenario composito con cause diverse a seconda della zona?
R) La sismicità attualmente in corso in tutta Italia rientra nella norma di quello che registriamo ogni anno. Ogni anno si hanno almeno un centinaio di sciami su tutto il territorio nazionale. Quello che è cambiato è la possibilità di avere informazioni al riguardo, visto lo sviluppo dei social e di siti web che rilanciano ogni piccola scossa, dando la sensazione che stiano aumentando. In questo momento, in particolare, a causa dell’emergenza COVID-19 passiamo anche più tempo su internet e riceviamo molte più informazioni.
D) Abbiamo notato un’intensificazione delle attività sismica. Questa potrebbe preludere ad un o una serie di terremoti di grossa entità, che possano destare preoccupazione tali da giustificare un’altra emergenza nazionale?
R) Quando si verificano queste sequenze (per esempio in questi giorni se ne sta verificando una in Emilia e una a Crotone) non siamo in grado di dire se evolverà in un terremoto forte o se finirà come è cominciata.
Questo perché non siamo in grado di prevedere i terremoti. In generale, nella stragrande maggioranza dei casi le sequenze si interrompono senza un evento forte e distruttivo; raramente si trasformano in catastrofe. Spesso i forti terremoti avvengono senza alcun segnale premonitore, come accaduto ad Amatrice il 24 agosto 2016.
D) Nel caso di eventi sismici importanti siamo attrezzati ad affrontare la nuova emergenza?
R) Il nostro messaggio alla comunità è che bisogna pre-occuparci del rischio terremoto, vale a dire occuparci prima che avvenga, con interventi sull’adeguamento degli edifici che sono spesso vecchie costruzioni, precedenti ad una normativa antisismica seria ed efficace. Ovviamente questa opera richiede anni.
Dopo i terremoti del 2016 è stato lanciato il programma Sismabonus che finanzia l’adeguamento degli edifici privati con condizioni molto vantaggiose per i cittadini. Purtroppo i dati ufficiali ci dicono che pochissimi stanno utilizzando questo strumento, forse perché a molti l’evenienza di un terremoto appare lontana nonostante l’impatto sarebbe enorme.
Dobbiamo ancora fare molta strada nella prevenzione che è l’unico strumento a nostra disposizione per salvare le vite umane.
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