Preoccupazioni in Toscana per i pochi controlli predisposti per chi rientrava dalla Cina

Coronavirus, migliaia gli italiani rientrati dalla Cina con pochi controlli. Attacchi del centro destra sulla gestione dell’emergenza
Firenze – “Riteniamo doveroso che nell’affrontare la delicata tematica relativa al coronavirus, non si debbano usare due pesi e due misure, il potenziale rischio è in essere anche per il nostro Paese” affermano in una nota tutti i parlamentari ed i consiglieri regionali della Lega eletti in Toscana. E su coronavirus, Salvini: «È emergenza nazionale, blindare i confini» «I contagi aumentano, pare che i soggetti abbiano girato 15 giorni: pretendo dal governo il controllo di chi è entrato e uscito. Bisogna blindare i nostri confini. Tutto passa in seconda fila, i litigi perenni traConte,RenzieM5s. Ora basta, è un momento di emergenza nazionale, basta politica.

A Firenze, il centro destra continua a martellare sui presunti 2500 cinesi che in rientro in Italia: “Siamo preoccupati per la situazione in Toscana – si legge in un comunicato di ieri di Forza Italia – per la quale non è stata ancora predisposta la quarantena per i 2500 persone di ritorno dalla Cina dalle celebrazioni del Capodanno”, dagli ultimi sviluppi, risulta evidente che sia stata trascurata purtroppo, un’altra via dalla quale il coronavirus è di fatto arrivato in Italia.
Da una nota della Regione si evince che In Toscana i provvedimenti assunti fino alla circolare odierna del ministero della Salute hanno finora consentito “di tenere sotto sorveglianza attiva 1.300 persone di ritorno dalla Cina”. “Un risultato importante”, sottolinea il presidente Enrico Rossi, reso possibile “grazie al lavoro della task force e all’applicazione puntuale e corretta delle direttive ministeriali. A tutte queste persone è stata sempre assicurata una sorveglianza attiva costante, come è stato confermato anche dallo stesso ministro e dal capo del Dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli”.
Da questa, purtroppo profetica intervista dell’11 febbraio infatti, rilasciata a Controradio dall’imprenditore pratese Giancarlo Maffei, rientrato in Italia dalla Cina il 29 gennaio, si apprendeva che un più serio pericolo, per la diffusione del coronavirus, sarebbe potuto arrivare dalle migliaia di italiani rientrati dalla Cina, dopo che l’infezione si era già diffusa, e che in quanto ‘italiani’ non avevano dovuto sottoporsi ad alcun controllo, o quasi.
Qualcuno lo aveva paventato, perché sia i primi contagi, avvenuti sul nostro territorio nazionale, al momento i casi positivi al virus sono 16 in Lombardia ed uno in Veneto, due le vittime ad oggi 22 febbraio, non sono arrivati dalle comunità cinesi, ma proprio dai nostri connazionali di cui nessuno si era preoccupato.
Ci si è concentrati sul luogo comune che le persone con caratteri somatici asiatici, di qualunque nazionalità, sarebbero stati gli ‘untori’ da cui guardarsi, e si è completamente ignorato un flusso di potenziali portatori dell’infezione virale importante.
Cercando su internet abbiamo infatti trovato la storia di tre ragazzi toscani, in vacanza in Cina, pubblicato su ‘Il Giunco.net’, rientrati anzitempo il 22 gennaio, con un volo da Bankok, che raccontano: “La cosa assurda è che si parla delle grosse misure messe in campo agli aeroporti in arrivo dalla Cina, ma nessuno si preoccupa di controllare sui passaporti se, pur avendo fatto scalo in un altro paese, magari uno è partito dalla Cina. Nel nostro caso, ad esempio, sono stato io ad andare a dire alla polizia di dogana che anche noi venivamo dalla Cina, ma nessuno se ne è preoccupato. Sembrava non interessasse a nessuno non ci hanno neppure misurato la temperatura con gli scanner. Abbiamo anche chiamato il numero messo a disposizione dalla Farnesina e ci hanno detto che se non avevamo la febbre potevamo andare”.
FONTE: Regione Toscana Lega Salvini Premier, Forza Italia
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