La plastica riciclata è sicura per l’imballaggio alimentare? Occhi puntati sulle sostanze chimiche pericolose assorbite durante il riciclaggio
Trascorsi oltre 10 anni
Sicurezza alimentare per plastica riciclata?
L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha adottato oltre 100 pareri scientifici positivi sulla sicurezza dei processi utilizzabili.
Esistono ragioni
Storicamente, materiali come il vetro, l’acciaio, l’alluminio e la carta sono riciclati per realizzare nuovi prodotti a uso alimentare; la contaminazione post-consumo non è mai stata una delle maggiori preoccupazioni in quanto, essendo generalmente impermeabili ai contaminanti, vengono facilmente puliti ad alte temperature. Esiste pertanto la “Sicurezza alimentare per plastica riciclata”
Ma per la plastica
La questione è ben diversa. Tanto che la normativa europea sull’impiego di plastica riciclata in materiali a contatto con alimenti (Regolamento CE 282/2008) prevede che possa provenire solo da processi di riciclo certificati.
Le condizioni imposte per l’approvazione di un processo di riciclaggio certificato sono molto restrittive:
- La qualità della plastica in ingresso deve essere caratterizzata e controllata;
- La plastica può provenire solo da materiali fabbricati a norma della legislazione comunitaria e già destinati in origine al contatto alimentare;
- La plastica riciclata deve provenire da un ciclo chiuso e controllato oppure deve essere dimostrato che il processo è in grado di ridurre qualsiasi tipo di contaminazione;
- La qualità della plastica riciclata deve essere caratterizzata e controllata;
- Devono essere stabilite condizioni di impiego della plastica riciclata.
Secondo diversi esponenti del settore
Nonostante tutte queste precauzioni, la procedura di valutazione del rischio non può dare piena certezza che le materie plastiche riciclate siano sicure. Molti tipi di plastica assorbono infatti sostanze chimiche durante l’uso e la gestione dei rifiuti, che sono difficili da rimuovere durante il riciclaggio.
È importante ricordare che
La valutazione del rischio dell’Efsa si concentra sull’avvio del processo di riciclaggio, non sul prodotto finito che ne esce. Quindi non esiste un’analisi completa delle sostanze chimiche presenti alla fine del riciclaggio; più semplicemente, non sappiamo quali e quante molecole indesiderate ci saranno ancora alla fine del processo e se e in quale misure migreranno nel cibo.
Una volta approvati a livello UE, i materiali che escono da questi processi di riciclaggio saranno autorizzati nella produzione di contenitori di alimenti e bevande e dal punto di vista legale e le aziende di imballaggio alimentare potranno utilizzarli.
Alla luce dei suddetti rischi, secondo alcuni addetti ai lavori, le autorizzazioni rappresenterebbero un vero e proprio scudo per le aziende: nel caso in cui qualcosa vada storto, saranno protetti dalla legislazione contro potenziali contenziosi da parte di gruppi di consumatori.
Come sostiene Floriana Cimmarusti, segretaria generale di Safe Food Advocacy Europe (Safe), un’organizzazione indipendente senza scopo di lucro con sede a Bruxelles che ha parlato dei rischi di tossicità negli imballaggi in plastica riciclata, “il PET è l’unico tipo di plastica facile da pulire nelle fasi di riciclaggio, ed e quindi considerato sicuro. Tuttavia i rischi di contaminazione non potranno mai essere azzerati. Nella fase di gestione dei rifiuti molte tipologie di plastica possono assorbire sostanze chimiche provenienti da altre plastiche. Ed è una sfida non da poco creare sistemi di smistamento che mantengano nettamente separati articoli in plastica per alimenti da materie plastiche ad uso non alimentare”.
“In un mondo ideale – prosegue Cimmarusti – un centro di ricerca indipendente dovrebbe condurre la valutazione del rischio. E i dati richiesti per questa valutazione dovrebbero essere raccolti da un’organizzazione indipendente, non dal settore che richiede l’approvazione del processo di riciclaggio.”
Per leggere i nostri articoli vai sulla nostra pagina Facebook https://www.facebook.com/OsservatoreOnline/ oppure sul nostro giornale on line https://losservatore.com/index/