Apicoltura: al via il congresso nazionale. «Importante che si svolga in Maremma»

Apicoltura: al via il congresso nazionale in Maremma
Al via a Grosseto, dal 29 gennaio al 2 febbraio 2020, il 36° congresso nazionale dell’apicoltura professionale.
Il Congresso calendarizzato in cinque giornate, con un programma di grande interesse, nelle quali si tratteranno temi di alto rilievo per l’apicoltura, tra i quali: gli effetti dei cambiamenti climatici sulla produzione di nettare e i sistemi di valorizzazione delle produzioni e promozione del miele italiano.
Oltre alla parte convegnistica, sono previste alcune iniziative collaterali: una mostra sulla pubblicità del miele italiano dal passato ad oggi, degustazioni guidate, momenti formativi di promozione e comunicazione da parte delle diverse realtà aziendali che operano in apicoltura.
I dati italiani
Sono 60mila apicoltori e un milione e 500mila alveari censiti, il 50% stanziali e il 50% nomadi, per una produzione che vale 150 milioni di euro e con l’Italia che detiene il record di oltre 50 varietà di miele. Il 66% degli apicoltori sono produttori in autoconsumo e detengono circa il 24% degli alveari, i restanti producono a fini economici; 1.800 aziende (il 3% del totale) hanno 150 o più alveari, ma detengono il 50% (750mila) del totale delle colonie censite. Numeri ai quali si aggiunge il prezioso servizio di impollinazione che le api forniscono alla flora spontanea ed alle colture, che vale il 70% della nostra agricoltura, produzioni di punta comprese, e un valore stimato di 2 miliardi di euro.
Ecco la fotografia dell’apicoltura professionale italiana che da mercoledì 29 gennaio, a domenica 2 febbraio sarà al Congresso nazionale del settore n. 36 in Toscana (Grosseto, Hotel e Centro Congressi Fattoria La Principina) promosso da Aapi-Associazione Apicoltori Professionisti Italiani, Unaapi-Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani e Arpat-Associazione Regionale Produttori Apistici Toscani, con il patrocinio della Regione Toscana.
I temi del Congresso
In arrivo da tutta Italia e da Paesi come Francia, Usa e Canada, gli apicoltori professionisti si confronteranno al Congresso con il mondo delle istituzioni, dell’università e della ricerca sui principali temi di interesse del settore, dal clima e gli effetti del cambiamento climatico alla crisi ambientale e la natura in affanno, contro cui lottano ogni giorno per salvare la vita delle api, sentinelle per eccellenza della salute del pianeta e della nostra, messe a dura prova anche dall’inquinamento ambientale dovuto a pratiche agricole scorrette, patologie e aggressori dell’alveare, ma che resistono grazie al lavoro di questi professionisti.
Uno scenario che nel 2019,secondo un Report straordinario dell’Osservatorio Nazionale Miele, ha visto ancora una volta crollare in Italia la produzione di miele, mediamente del 50% con punte del 70% in alcune regioni, e con previsioni che per il 2020 non sono buone. Una perdita produttiva con danni economici per gli apicoltori, alle prese anche con difficoltà di mercato dovute alla concorrenza sleale di mieli stranieri a basso prezzo ed adulterati, per affrontare le quali l’Unaapi è impegnata nell’indispensabile messa a punto di nuovi strumenti e percorsi volti a riqualificare, sostenere e promuovere il miele italiano d’eccellenza.
Dal Congresso gli apicoltori avanzeranno le loro richieste alle istituzioni presenti, dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ai rappresentanti delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, con le associazioni di categoria, per gestire il rischio produttivo ed affrontare la gravità della crisi del settore.
I dati della Toscana
Situazione difficile che ha visto la Regione Toscana – dove gli apicoltori censiti sono 5.800, con 100mila alveari presenti in anagrafe, equamente ripartiti tra stanziali e nomadi; il 65% sono produttori in autoconsumo e detengono il 15% degli alveari, mentre il restante 35% gestisce a fini produttivi l’85% del totale delle colonie – attivare un fondo microcredito agevolato per gli apicoltori e firmare con i Comuni richiedenti, con Regione Toscana e Arpat un “Protocollo di intesa per la tutela delle api, dell’ambiente e degli apicoltori
Ma si parlerà anche degli interessi del settore con una maggiore attenzione alle api, vere testimoni e “termometri” della qualità ambientale, e agli apicoltori professionisti, promotori da sempre di un approccio ad un’agricoltura più rispettosa della salute dell’ambiente e custodi delle api e della loro importante funzione della biodiversità.
“ Le api sono le sentinelle della salute di questo pianeta, presidiano l’equilibrio delicato dell’ecosistema in cui viviamo e la loro presenza o meno ha ricadute tangibili sulla totalità dell’agricoltura e quindi sul genere umano”.

È necessario che le politiche europee sostengano, anche con misure finanziarie e strumenti di promozione, un settore così strategico, tengano in considerazione le esigenze specifiche delle microimprese e delle piccole e medie imprese, comprese quelle che svolgono le loro attività nelle regioni ultraperiferiche in un dialogo attivo con i vari soggetti”.
L’Intervento di Angelo Gentili responsabile di Legambiente Agricoltura
“Siamo davvero lieti che il congresso si svolga in Toscana, a Grosseto, zona particolarmente importante per l’agricoltura – interviene Angelo Gentili, responsabile nazionale di Legambiente Agricoltura . Le api svolgono un ruolo fondamentale per la tutela della biodiversità, oltre ad essere fortemente connessi all’agroecologia, e sono sempre più minacciate dai cambiamenti climatici e dall’innalzamemto delle temperature ma anche dai processi di inquinamento, dai pesticidi di sintesi e dai neonicotinoidi. Basti pensare alla scarsa produzione che c’è stata quest’anno proprio a causa di una primavera più calda del solito e delle temperature più basse in maggio che rischiano di mettere in ginocchio l’intero settore”.
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