
Dottore: L’ho convocata, signora, in quanto cognata di Michele, nostro ospite presso questa struttura. Più studio la vicenda e più non capisco perché suo cognato ha ucciso sua sorella, anziché lasciarla come fanno tutti. Ecco, vorrei conoscere la sua versione dei fatti, con la speranza che sia vicina alla verità. Si chiama Margherita o sbaglio? Almeno così mi sembra di leggere su questo foglio scritto da Michele in questi giorni, solo che è come cancellato da qualcuno, e scolorito, si vede male…
Margherita T.: Sì dottore, sono Margherita T. Lei, non si rende conto della gabbia mentale in cui si sono ritrovati mia sorella Giovanna e mio cognato Michele. Sono stati irretiti e trascinati dentro a una setta religiosa, chiusa, piramidale, e capace di creare grosse limitazioni alla libertà. Senza questa ossessione le cose non sarebbero finite come sono finite.
Deve sapere dottore che loro abitavano nel cuore della Toscana, nel pratese, un luogo popolato anche da una Fraternità di Tradizione Teosofica, una comunità molto unita, in cui gli abitanti si conoscono tutti fra di loro e basano la propria fede sul rispetto assoluto del codice delle leggi morali. Una dottrina rigidissima, in cui il karma e la reincarnazione, la morte e la rinascita, il bene e il male, la divinità e la gerarchia di compassione rischiano di ingabbiare gli adepti in un abbraccio soffocante. Una persona lì dentro, costretta all’osservanza di rigorosi precetti per mantenere stabilità matrimoniale e sociale, può solo ribellarsi, ma è durissima, oppure trovare altre soluzioni…come purtroppo è successo a Giovanna e Michele.
Giovanna e Michele si sono conosciuti giovanissimi. La famiglia è il fulcro del credo teosofico e così il matrimonio è la decisione più importante della vita. Lei è piccola e gentile, lui è potente, attraente, un uomo di successo. Giovanna diventa subito un punto di riferimento importante per la famiglia, e lo sarà per i 19 anni a seguire, disponibile e aperta agli altri, capace di mettere d’accordo tutti. La loro fortuna si basa su una fiorente impresa funebre, e sa come si dice, è un prodotto la cui domanda non cala mai, dunque negli anni il potere economico e il carisma della famiglia cresce sempre più. Acquistano una nuova casa, una villa con piscina dove organizzano feste molto divertenti, per mantenere buoni rapporti con tutti e fare crescere la clientela. A Michele piace molto bere e ha anche un’altra pericolosa passione: le ragazze giovani e carine.
In una di queste feste conosce una giovane piuttosto disinibita di 20 anni, e con lei si spinge oltre il limite concesso. Perde la testa, comincia ad agire in modo sconsiderato e non sarà la prima e ultima volta…
Tutto fila liscio fintanto che Giovanna non legge le bollette telefoniche. Centinaia di messaggi inviati anche alle tre di notte. A quel punto le è chiaro che lui la tradisce. Eppure, gli concede una seconda possibilità per mantenere intatto il buon nome della famiglia e dell’impresa.
Michele accetta di andare in terapia per curare quel suo narcisismo senza via d’uscita, oltre che la dipendenza dalle droghe. Passano cinque anni e mantiene una condotta irreprensibile. Ma un bel giorno caro dottore incontra Angela, 38 anni, giusto la mia stessa età, affascinante, scrupolosa e desiderosa di entrare a far parte della comunità. Torna in quella sua città d’origine da lontano, si è trasferita per motivi di lavoro del marito. La classica apparente santarellina insomma. Lei lavora in un’agenzia di assicurazioni, è sposata con due figli ma quel matrimonio dura poco. Eccoci all’inizio dell’estate 2008. Angela ha una missione da compiere: trovare un uomo che le dia una stabilità economica e sociale. Si allontanata dalla Fraternità Teosofica e dai suoi dettami ma mantiene contatti e amicizie e soprattutto si sente pronta per conquistare un nuovo trofeo. Vede in Michele un’opportunità per la sua scalata sociale. Abita vicino l’impresa funebre e pianifica in maniera sistematica una serie di incontri, puramente casuali, finché Michele non abbocca, la preda è di facile si sa, e inizia a tempestarla di continue telefonate e mail. Abita vicino e le occasioni per incontrarsi non mancano. Lui durante il giorno le invia messaggi espliciti e passionali. Angela risponde senza alcune inibizione, è elettrizzata dal fatto che l’obiettivo è quasi raggiunto.
Michele però ha fatto esperienza dei messaggi passati e si frena. Al momento questi per lui sono solo giochetti divertenti, e non è ancora passato da un flirt a una relazione vera e propria.
Decidono di vedersi in privato in una casa disabitata, vuota. Fanno l’amore per terra, in un crescendo tale da non permettere un ritorno. Angela ha il suo uomo. Michele può dare libero sfogo al suo desiderio di sesso e trovare uno spazio di sopravvivenza, in fuga da un matrimonio soffocante. Angela vuole Michele tutto per sé ma la moglie Giovanna è determinata a non mollare l’osso, sa cosa fare perché ci è già passata, e ben presto comincia a essere sospettosa per il tempo che il marito passa fuori casa.
“Mi manca passare del tempo insieme. Mi fai sentire sola. So che il lavoro è importante ma abbiamo bisogno di te a casa”, dice al marito.
Michele è sempre più coinvolto, sa che deve trovare una soluzione perché non è bravo a gestire le…coabitazioni. Pensa che sia bene agire in fretta, non può permettersi un altro scandalo. Per far capire alla moglie che è ancora innamorato di lei e spazzare ogni dubbio pensa a una vacanza per rinnovare le promesse di matrimonio, in un’isola lontana. L’idea entusiasma Giovanna e iniziano a organizzare il viaggio. La data stabilita per la cerimonia è ad agosto 2008. Intanto ad Angela racconta che si tratta di una innocente vacanza al mare con la famiglia e furbescamente omette la cerimonia. Angela è sconvolta, non vuole che si allontani da lei, è gelosissima. Vuole diventare sua moglie a tutti i costi e si chiede se lo sta perdendo. Allora moltiplica le attenzioni e le seduzioni, diventa una specie di ninfomane, perché ha capito qual è il punto debole di Michele.
Siamo alla vigilia della partenza e chiede a Michele di lasciare la moglie, di sposarla. Lo vuole convincere e lui, che è un debole, accetta, dice di sì con le labbra ma si capisce la sua mente è sconvolta.
Michele è incastrato tra l’amante e la moglie, ma soprattutto ha i piedi nella melma di rigido moralismo di una comunità che non digerirà mai il suo tradimento, che non gli permetterà più di lavorare, rifarsi una vita. E’ distrutto, vorrebbe lasciare l’amante ma è anche difficile rinunciare all’istinto, a una pulsione che sa bene lo accompagnerà per tutta la vita.
Quella sera prima delle 11 arriva una telefonata alla polizia. Un uomo agitato sul corpo di una donna chiede l’intervento nella propria abitazione. La donna è Giovanna ed è morta. L’uomo è Michele. La polizia sa il fatto suo, e spesso il primo sospettato è proprio chi ritrova il cadavere. Dunque lo interroga. Dice di essere andato a letto alle 10, di essersi svegliato e non aver trovato Giovanna nel letto. Di essere sceso per cercarla e di averla trovata sul fondo della piscina.
Il resto è storia che conosce bene dottore, compresa la sentenza di colpevolezza. Ma quello che ci tengo a dire è che Michele in una qualsiasi altra città italiana avrebbe fatto la scelta giusta. Non è un codardo o un folle, come lo si è dipinto, le sue azioni sono solo il frutto dell’ambiente in cui viveva.
Dottore: capisco signora, capisco. Mi perdoni, giusto un dubbio che mi è venuto quando la ascoltavo: ma lei come fa a conoscere tutte queste cose, intendo in modo così intimo, preciso?
Margherita: Dottore, Angela sono io, sorella di Giovanna. E Margherita è solo il nome che mi sono data per cambiare vita

Rubrica Letteraria,: Guida alle riviste e gli inserti letterari da leggere e collezionare
A cura di Laura Petreccia, Vito Capogna