Evadevano l’IVA con fatture false, piaga evidentemente non sconfitta con la fatturazione elettronica, indagini anche a Livorno.
La frase “fabbrica di denaro“, sentita durante le intercettazioni, è la chiave per comprendere il giro di soldi implicato. La frode, messa a punto da un gruppo di persone nel settore del commercio di materie plastiche, si aggira intorno ai 200 milioni di euro. La Guardia di finanza ha arrestato 17 persone: per 16 il GIP ha disposto i domiciliari mentre è stato portato in carcere l’uomo, considerato il capo della banda. I finanzieri si sono mossi oltre che a Livorno tra Prato, Pistoia, Milano e Alessandria: 39 sono complessivamente gli indagati e 57 le perquisizioni.
L’indagine condotta dal PM Laura Canovai, è partita dopo una verifica fiscale nei confronti di una società di Prato che trattava polimeri ricavati dal petrolio, sotto forma di polimeri. L’azienda in questione era sprovvista di un’idonea struttura imprenditoriale: non aveva dipendenti, depositi, magazzini ed attrezzature. Nonostante questo al suo primo anno di attività aveva conseguito “un rilevante ed anomalo volume d’affari” pari a quasi 20 milioni di euro. Forse la dimenticanza di versare circa 4,3 milioni di euro di Iva, si è rilevata fatale!
Gli imprenditori, evadevano l’IVA con fatture false , in barba alla fatturazione elettronica, così potevano godersela tra auto di lusso e sportive, continui viaggi e cene nei ristoranti più costosi della Versilia. L’imprenditore, a capo dell’organizzazione, era residente in Slovenia ma operativo a Prato. Grazie al meccanismo escogitato aveva avviato altre attività parallele, tra le quali il commercio di vini pregiati, anche questo in nero, sarà stato allergico alla fattura elettronica! Agli inquisiti è stata contestata l’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari, quali la dichiarazione fraudolenta, l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, l’omesso versamento di Iva e l’indebita compensazione. Il GIP ha firmato anche un ordine di sequestro per oltre 26 milioni. Nella frode sono coinvolti altri 22 persone: tra queste alcuni consulenti fiscali ed amministrativi che hanno curato la contabilità delle società. In totale gli indagati sono 39.
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