Pubblichiamo l’intervento inviato da Laura Petreccia e Vito Capogna
Da Livorno a Collesalvetti , spira il vento della filosofia zero rifiuti. Un pensiero ideologico che attecchisce nei programmi politici sull’ambiente e sulla raccolta dei rifiuti in taluni partiti o movimenti politici.
Un vento che trova opposizione non solo in molti cittadini ,ma anche negli assi portanti di azioni politiche di altre denominazioni.
L’esperienza del PAP a Livorno, pur comprendendo che differenziare è un dovere, ha dato un verdetto alla passata Amministrazione nettamente negativo.
Non che i nuovi piani di gestione rifiuti presentati dalle nuove Amministrazioni diano un segno di discontinuità con il passato.
Il sistema di raccolta del rifiuto urbano con il procedimento urbano PAP è destinato a collassare se non prescinde da un’analisi dei costi / benefici frutto di esperienze di comunità vicine e da :
1.verifica dei mercati delle materie prime seconde, in particolare l’acquisizione di preventivi di stipula di contratti di acquisto di materie ed oneri di smaltimento
2. verifica di mercato su oneri di conferimento della frazione indifferenziabile , le volumetrie disponibili, i siti disponibili e stabili nel lungo periodo
Nel 2017 il mercato ha evidenziato che risulta predisposto al solo multimateriale leggero, elettrodomestici e in parte alla carta preventivamente selezionata per qualità.
Da questo si evince che l’adozione di un sistema di preselezione come il PAP non può prescindere dall’adozione di impianti di supporto quali: a. Biodigestori, per il trattamento dell’Organico b. Area di selezione, composizione, stoccaggio di balle di cellulosa per adozione di aste di vendita a cartiere c. Aree di stoccaggio e cernita multimateriale con selezione di quello leggero, impianto di compattazione materiale leggero. Solo la fornitura di materiale leggero, pulito e compattato garantisce un introito renumerativo.
Le aziende come AAMPS e REA Ambiente che raccolgono i rifiuti devono porsi l’obiettivo della non dipendenza da stoccatori e tendere alla creazione di aree e piattaforme come sopra detto e potenziare le isole ecologiche.
Un PAP mal organizzato comporta soltanto disagi ai cittadini per i mastelli dei rifiuti tenuti in casa . Vogliamo pensare ad AAMPS e a quanti mezzi in circolazione escono per il ritiro dei sacchetti? E all’impatto ambientale per maggiori costi di carburante? I mezzi in circolazione in più sono 25/30, per un aumento doppio di consumo di carburante, 18.000 litri. E inquina,, in quanto un litro di gasolio produce 2,7 kg di CO2. Un kg di CO2 occupa un volume di atmosfera per circa 500 litri. Quindi 2,7 kg di CO2 corrispondono ad un volume di 1350 litri che, in atmosfera possono essere quantificati in mc 1,35. 18.000 litri di gasolio x 2,7 kg = 48.600 kg di CO2, corrispondenti a 24.300 mc immessi in atmosfera. Pari all’emissione annuale di 246 appartamenti. Lievita la spesa per il personale , un aggiunta di 40 addetti e anche per il numero maggiore di costi per l’incidenza di assicurazioni per infortuni , patologie e traumi derivati dai carichi di lavori. E lo stesso dicasi per la dotazione di cestini distribuiti su tutto il territorio per fare fronte all’insufficienza del sistema.
In aumento il proliferare di animali, come i gabbiani, nutrie, topi che si avventano sui sacchetti lasciati lungo i marciapiedi. In estate con le temperature alte , sciami di zanzare, di mosche avvolgono aree abitate.
Dobbiamo avere la lungimiranza e il buon senso di adottare Batterie a scomparsa, dotate di ingresso vincolante con feritoie per il materiale , con apertura a tessera H24, poste a margine strada.
Confortevole per i cittadini, e seppure più costosa come investimento iniziale, è la migliore soluzione.
L’adozione , inoltre di preselezionatore di trattamento dell’indifferenziato.
La percentuale di differenziata da raggiungere nel 2030 è l’80% comprensiva di tutti materiali di risulta, (imballaggi, ingombranti, elettrodomestici).
Il dato europeo come obiettivo nel contesto domestico non supera il 48%,espandibili al 67% con le percentuali derivate dai cosidetti RSU ( rifiuti solidi urbani) quali: ingombranti, elettrodomestici, sfalci, potature e tutto quello che non è indifferenziabile.
La percentuale dell’80% è un traguardo auspicabile lavorando sulla conversione del sistema imballaggio e confezionamento merci.